Venezia, 3 settembre 2022 - Su un tavolo una macchina da cucire, tre barattoli colmi di pennelli, fili, forbici, tessuti un metro e dei colori. Tutt’attorno, appese alle pareti, cinquecento bandiere dipinte e cucite a mano, simbolo della tradizione veneziana, del sacrificio, della competizione e di un lavoro delicato, artigianale, che impegna giorno e notte. Nel laboratorio di Anna Campagnari, campionessa del remo e vincitrice di ben quattro edizioni della Regata Storica, da più di dodici anni si forgiano le prestigiose bandiere delle regate veneziane, da quelle colorate della Regata Storica ai gonfaloni del Palio delle Repubbliche Marinare.
Più di 300 all’anno, 48 delle quali in occasione della Regata Storica – che quest’anno si disputerà domenica 4 settembre alle ore 16 – quelle che Anna cuce, dipinge e confeziona per i campioni del remo che si sfidano nelle acque del Canal Grande. Ad ogni componente dell’equipaggio che arriva entro le prime 4 posizioni si consegna infatti un premio: l’ambita bandiera. Il rosso è il colore del primo e poi a seguire il bianco, il verde, e il blu.
Anna è la custode di una tradizione veneziana unica, ed è per amore della sua città e della regata che l’ha vista trionfare per ben quattro volte - vincendo poi più di ottanta bandiere -, che ha deciso di portare avanti un’arte centenaria. «Il mio maestro è stato il signor De Cal, che a sua volta imparò questo mestiere da suo padre, che già nei primi anni del ‘900 faceva le bandiere per la Regata Storica. Un giorno ho bussato alla sua porta e gli ho chiesto come le faceva. Lui era l’unico a conoscere il segreto di questa tradizione e in me ha trovato un’erede a cui lasciare un tesoro. Così, mi ha dato i disegni originali, i materiali giusti, mi ha insegnato come cucire, come dipingere il leone, come evitare che potesse rovinarsi il disegno a contatto con l’acqua, insomma, mi ha insegnato tutti i segreti per tenere in vita questa tradizione».
Preparare le bandiere della Regata Storica è un processo che impegna Anna giorno e notte per circa una settimana intera. Inizia cucendo i tre tessuti della bandiera, per primo il retro, bianco, poi la parte superiore con il colore del premio e per finire, a separare i due lati, un’anima. La decorazione è la parte più creativa e al contempo la più delicata perché fatta interamente a mano. E proprio a mano disegna e dipinge il classico leone di San Marco, posto in alto a sinistra, verniciato e completato da ombreggiature e decorazioni. Nessun leone è uguale all’altro sulle sue bandiere ed è forse questo, in fondo, l’elemento che rende unica questa tradizionale arte veneziana.
Le bandiere di Anna sono tutte completate da un piccolo dettaglio sul retro. È la sua firma, Anareta, lo pseudonimo che questa ex campionessa del remo si è guadagnata durante la sua carriera da atleta professionista, quando gareggiava per aggiudicarsi la prestigiosa bandiera rossa.
Un lavoro artigianale, curato nei minimi dettagli quello a cui Anna si dedica da quando ha smesso di competere nel mondo delle regate. Un lavoro a cui è molto legata perché, come lei stessa racconta «Mi piace pensare che se qualcuno gareggia per vincere un premio, quel premio deve poi essere bello, ricco di storia e di tradizione».
Ed è una tradizione, questa, che va oltre i confini veneziani perché le bandiere, i gonfaloni e i gagliardetti creati da Anna spesso vengono poi spediti in diversi angoli del mondo, dalla Cina all’America.
Le bandiere in palio quest’anno sono quasi pronte, mancano solo gli ultimi dettagli, le ultime piccole rifiniture e poi, ad aggiudicarsele, saranno i nuovi campioni del remo della Regata Storica di Venezia.