Venezia, 7 marzo 2022 - Preziosi tessuti in velluto di seta e cotone rivestono interamente le pareti del piano nobile. Raffinate lampade a sospensione in garza di seta stampata riversano una luce diffusa nelle stanze, evocando atmosfere esotiche. E poi dipinti, costumi di scena, fotografie, matrici per la stampa su tessuti, documenti e brevetti. Affacciato su Campo San Beneto, Palazzo Fortuny, la dimora-laboratorio della coppia di artisti formata da Mariano Fortuny ed Henriette Nigrin poi diventata parte del complesso dei Musei Civici Veneziani, è un vero e proprio scrigno che custodisce ancora oggi un importante pezzo della storia della moda e del tessuto di Venezia, che quest’anno celebra i suoi 1600 anni. Riaprirà le sue porte mercoledì 9 marzo 2022, dopo i necessari interventi conservativi al piano terra, fortemente danneggiato dall’Acqua Granda del novembre 2019, e al riallestimento dei piani superiori in senso filologico, con la restituzione delle sale alla memoria di Mariano Fortuny.
Figlio d’arte e assai presto inserito nell’ambiente artistico parigino grazie alla madre, collezionista di stoffe antiche, e allo zio materno, pittore ritrattista, lo spagnolo Mariano Fortuny y Madrazo avvia il suo lungo sodalizio con Venezia nel 1889, quando appena diciottenne si stabilisce nella città lagunare assieme alla famiglia, iniziando a frequentare circoli accademici e cenacoli artistici internazionali: tra i suoi amici Gabriele D’Annunzio, Ugo Ojetti, Eleonora Duse, Hugo von Hofmannsthal, la marchesa Casati e Giovanni Boldini. A dieci anni di distanza, nel 1899, prende parte per la prima volta alla Biennale di Venezia, esponendo un ritratto nel padiglione spagnolo.
Ma il genio creativo di Mariano Fortuny non si limita alla pittura. A cavallo tra Otto e Novecento volge infatti lo sguardo alla scenografia e all’illuminotecnica, trovando nell’enorme sottotetto di Palazzo Pesaro degli Orfei, in seguito conosciuto proprio come Palazzo Fortuny, lo spazio ideale per le sue sperimentazioni.
La storia di questo edificio affonda le sue radici nella seconda metà del Quattrocento veneziano: costruito per volere del nobile Benedetto Pesaro, il palazzo nasce con caratteristiche di fondaco commerciale, con una facciata rivolta verso il rio di Ca’ Michiel e una più estesa, e tra le più rappresentative del gotico veneziano, su Campo San Beneto. Ampliato e trasformato nel corso dei secoli successivi, rimane residenza della famiglia Pesaro di San Beneto fino al XVIII secolo; a partire dal 1786, il palazzo diventa invece sede dell'Accademia Filarmonica degli Orfei. Al momento dell’occupazione di Fortuny, nel 1898, Palazzo Pesaro degli Orfei versa però in uno stato di degrado e decadenza: durante l’Ottocento ha infatti ospitato piccoli nuclei familiari di modeste condizioni, ed è necessariamente andato incontro a modificazioni strutturali interne che ne hanno frazionato lo spazio originario. Tuttavia, intuitene le potenzialità, Mariano Fortuny decide di acquistare prima lo studio e poi tutti gli spazi che piano piano vanno liberandosi, effettuando dei lavori di ristrutturazione per restituire equilibrio e proporzione alla struttura originaria.
È sempre all’interno di questo palazzo che nel 1907, assieme alla compagna e musa ispiratrice Henriette Nigrin, Fortuny dà inizio alla sua avventura nel settore tessile, allestendo il suo primo laboratorio per la stampa su tessuto. Dai preziosi velluti rinascimentali fino ai tessuti provenienti da culture lontane ed esotiche, l’artista trae modelli decorativi e disegni che, una volta stampati, imitano e reinventano l’antico manufatto operato, grazie a un personalissimo sistema di stampa dall’ineguagliabile resa materica e tridimensionale. Tra i più grandi successi dell’atelier Fortuny, che nel giro di pochi anni si espande fino ad occupare due interi piani di Palazzo Pesaro degli Orfei, c’è certamente il Delphos, l’iconico, semplice, abito monocromo ispirato all'abbigliamento greco e caratterizzato da una finissima plissettatura. Con un’annotazione autografa posta a margine del brevetto, Fortuny riconosce in Henriette Nigrin la vera ideatrice del celebre modello.
Nel 1956, dopo la morte di Mariano Fortuny, avvenuta nel 1949, l’edificio viene donato al Comune di Venezia per essere “utilizzato perpetuamente come centro di cultura in rapporto con l’arte”. Aperto al pubblico a partire dal 1975, il museo di Palazzo Fortuny si è caratterizzato nel corso degli anni come centro di attività espositive dedicate alle arti visive, conservando però intatte le caratteristiche dell’atelier di Mariano Fortuny.
A seguito di necessari interventi conservativi al piano terra, fortemente danneggiato dall’Acqua Granda del novembre 2019, e al riallestimento dei piani superiori in senso filologico, il museo riaprirà le sue porte mercoledì 9 marzo 2022 e sarà visitabile tutto l’anno con un percorso permanente e come sede espositiva di mostre temporanee dedicate alla contemporaneità. Sono inoltre previste due giornate ad ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria per sabato 12 e domenica 13 marzo 2022.
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