Venezia, 1 dicembre 2021 – Il suo nome è San Nicola di Bari, ma per i muranesi è semplicemente San Nicolò, il patrono dei vetrai, che ha l’arduo compito di proteggere tutti i lavoratori della millenaria arte del vetro. Per Murano il 6 dicembre è un giorno di festa: i bambini si svegliano con un regalo recapitato dal Santo, di poco in anticipo su Babbo Natale. Non giocattoli, ma dolci – caramelle, cioccolata e marzapane – frutta secca e tanti agrumi a ricordare l’usanza antica del “piatto di San Nicolò” come dono per i poveri e gli indigenti. I vetrai, invece, partecipano alla messa chiedendo l’intercessione del patrono per aiutarli nel loro lavoro e donano alle parrocchie dell’isola, Santi Maria e Donato e San Pietro Martire, delle opere in vetro da loro realizzate che vengono esposte e vendute per beneficenza durante un mercatino. Un’iniziativa, questa, che continua tutt’oggi ma che risale al XV secolo, il cui scopo era provvedere al sostentamento delle vedove e degli orfani dei vetrai.
Le spoglie di San Nicola giunsero a Bari nel maggio del 1087, dopo essere state trafugate dalla Basilica di Myra, in Turchia. Tuttavia, quando i veneziani seppero che parte delle reliquie era rimasta in Turchia, guidati dal doge Vitale I Michiel, 33esimo doge della Serenissima, nel 1099 al ritorno da una crociata si diressero alla volta di Myra e, fingendosi pellegrini, violarono la tomba per impadronirsi delle ultime ossa del Santo, che la Serenissima collocò nella chiesa portuale di San Nicolò del Lido, già eretta in suo onore un secolo prima.
Vescovo di Myra, predicatore della carità verso i poveri, San Nicola visse a cavallo tra il 200 e il 300 dopo Cristo e fu uno strenuo difensore della fede contro l’arianesimo. Le cronache riportano che fu imprigionato ed esiliato da Diocleziano e successivamente liberato, nel 313, dall’imperatore Costantino. A lui vengono attribuiti numerosi miracoli e prodigi in favore dei bambini e dei derelitti. Si narra, ad esempio, che regalò tre sfere d’oro a ragazze prive di dote per toglierle dalla strada e farle maritare, mentre a Murano la leggenda vuole che abbia salvato dei ragazzi che stavano per morire bruciati dal fuoco di un forno in una vetreria. Che siano leggende o fatti realmente accaduti, il suo culto è molto diffuso sia in Italia che all’estero. A Venezia San Nicolò è sempre stato parte integrante delle tradizioni popolari della Repubblica Serenissima, che quest’anno festeggia i suoi 1600 anni. Da secoli, il giorno della Sensa, l’Ascensione, il Doge getta l’anello a bordo del Bucintoro durante la cerimonia dello sposalizio del mare e, prima di rientrare, si ferma alla chiesa di San Nicolò del Lido per la Santa messa di ringraziamento. Non si sa, invece, con certezza, quando il Santo sia stato assunto a patrono dei vetrai, ma in un’antica mariegola del 1441 si menziona San Nicolò nei rituali della corporazione.