Venezia, 31 marzo 2022 – Soprano prediletto da Arturo Toscanini, icona della voce angelicata, spesso ricordata come “l’usignolo d’Italia”. Ma non solo: attrice di teatro, cinema e, più in generale, donna dai mille interessi e vivacità culturale non comune. Toti Dal Monte, al secolo Antonietta Meneghel, è stata una delle artiste liriche più amate e celebrate, dal Giappone alle Americhe passando per l'Europa, tanto da essere inserita tra le dieci migliori soprano del XX secolo. Ha calcato i palchi dei principali teatri del mondo, è stata ricevuta dai più grandi capi di stato, ma non ha mai dimenticato Venezia, la città che le ha fatto muovere i primi passi nell’affascinante e complesso mondo della musica lirica.
Nata nel 1893 a Mogliano Veneto, Antonietta dimostra fin da piccola di avere un grande talento per la musica, e a soli sette anni si trasferisce a Venezia per studiare pianoforte al prestigioso Conservatorio Benedetto Marcello. «Mi spiace, ma è impossibile». Con queste parole Ermanno Wolf-Ferrari, allora direttore del Conservatorio, comunica alla ragazza che, non riuscendo a coprire l’ottava del pianoforte perché aveva le mani troppo piccole, non sarebbe riuscita a dare l’esame finale.
Otto anni di studio che sembrano buttati via. Ma Antonietta non si arrende, anzi, comincia un nuovo percorso con Barbara Marchisio, celebre contralto dei primissimi anni del Novecento e allieva di Gioachino Rossini, la quale, incantata e impressionata dalla voce della ragazza, diventa sua maestra di canto per quattro anni a Mira, senza richiedere il minimo compenso.
Dopo il debutto alla Scala di Milano nel gennaio del 1916, nella piccola parte di Biancofiore della Francesca da Riminidi Riccardo Zandonai, e alcuni anni di gavetta con ruoli di secondo piano in Italia e in America, Antonietta cattura l’attenzione del grande maestro Arturo Toscanini che, avendola sentita ad un concerto al Conservatorio, non l’aveva mai dimenticata e la voleva come Gilda in un nuovo allestimento del Rigoletto di Giuseppe Verdi. L’opera si rivela un successo, ed è proprio in questa occasione che la giovane soprano inizia ad utilizzare lo pseudonimo Toti Dal Monte, ottenuto unendo il diminutivo del suo nome con il cognome della nonna materna.
Nome giusto, doti artistiche perfette, capacità di tenere la scena, e l’appoggio di Toscanini. Toti viene proiettata verso un’inarrestabile carriera, che la porta ad essere ricevuta dai più grandi capi di stato e ad esibirsi nei principali teatri del mondo. Venezia, però, resta sempre nel suo cuore e la soprano vi ritorna più volte nel corso della sua carriera, mettendo in scena la sua interpretazione di Gilda nel Rigoletto, ma anche la Lucia di Lammermoor, una delle sue opere preferite, e la Madama Butterfly di Puccini, riuscendo ogni volta a sbalordire il pubblico del Gran Teatro La Fenice con la sua voce limpida e particolarissima, definita “d’usignolo”.