Venezia, 22 giugno 2022 - Sono 150 i volontari che hanno risposto all’appello. Giovani e meno giovani, nuove e vecchie leve: sono loro la ricchezza della festa di San Pietro di Castello, che affonda le sue radici ben oltre le ultime 52 edizioni e che viene ricordata perfino nei quadri di Canaletto. E come da tradizione, il 29 giugno l’unico vero campo erboso di Venezia e tutti i suoi spazi circostanti tornano ad essere animati dalla Festa di San Pietro. Un appuntamento religioso, prima di tutto, che nasce come ricorrenza religiosa per i Santi Pietro e Paolo, venerati nella Basilica di San Pietro - sede vescovile per 700 anni, poi cattedrale e sede patriarcale fino al 1807 – ma poi divenuto un evento pieno di folclore, punto di riferimento per tutti i cittadini che per cinque giorni ripercorrono la storia della città tra appuntamenti che mescolano la ritualità delle celebrazioni ad eventi popolari, tanta musica e cucina tradizionale.
“Nei due anni segnati dal Covid abbiamo comunque conservato l’anima della festa, mantenendo quegli appuntamenti fondamentali come la celebrazione con il patriarca e la regata – spiega Paolo Basili, presidente dell’Associazione “Comitato San Pietro di Castello” – quest’anno sono tantissimi i volontari che aiuteranno nell’organizzazione di questo importante evento per la città e la ricchezza di questa festa sta proprio nella gente che la costruisce, nella spontaneità, nel tempo donato, nelle idee e nelle competenze messe a disposizione della comunità. Per noi questa adesione così massiccia significa offrire l’occasione per far sperimentare quanto sono importanti l’accoglienza, le relazioni sociali e lo stare insieme in modo positivo, ma è anche un messaggio di continuità nell’orgoglio di portare avanti una tradizione che ci appartiene”.
San Pietro sorge nell’antica isola di Olivolo, poi Castello, in quello che fu il primo insediamento abitativo e il primo centro religioso della città, un tempo tra le zone più importanti di Venezia assieme a San Marco, l’Arsenale e Rialto, che rappresentavano il potere politico, militare ed economico della Serenissima. Uno spaccato di Venezia che sopravvive al tempo, che concentra tesori e monumenti, che tramanda il rapimento delle 12 spose, oggi ricordato nella Festa delle Marie, ma anche un angolo speciale dove rimasto intatto nei secoli.
La festa mantiene e ripropone momenti di fede, tradizione, spettacoli musicali, attività culturali, attività sportive, momenti specifici dedicati a bambini, giovani e anziani. La arricchiscono, per tutta la sua durata, il mercatino della solidarietà, lo stand gastronomico con i piatti della tradizione veneziana (dalla frittura di pesce alle costicine e salsicce, dalla pasta e fagioli ai bigoli in salsa) e il bar per soddisfare anche i palati dei più giovani.
La festa in campo sarà preceduta da alcuni appuntamenti che si terranno domenica 26 e martedì 28 giugno: una Santa Messa, un concerto d’organo e un incontro dedicato agli anziani con i responsabili del progetto “Ocio Ciò”.
Mercoledì 29 si darà il via ufficiale alla sagra, con la Messa presieduta dal parroco, don Narciso Belfiore, e il concerto in basilica della Big Vocal Orchestra, proiettato in diretta sullo schermo in campo San Pietro. Nei giorni successivi, saranno tantissimi gli appuntamenti che animeranno la zona di Castello est, una delle primissime zone edificate della città, tra concerti, presentazioni di libri, mostre fotografiche, spettacoli di burattini, gare di torte, tornei di scacchi, visite guidate alla Basilica e all’Arsenale per mezzo di una imbarcazione ibrida. Da non perdere gli eventi sportivi e religiosi che marcano ogni edizione: sabato 2 luglio alle 16 la 27esima regata delle Marie su mascarete e alle 17.15 la 45esima regata di San Pietro su sandoli a 4 remi, mentre domenica 3 luglio alle 9.45 il corteo acqueo con partenza dal Canale di San Giuseppe e la Messa solenne alle 10.15 presieduta dal Patriarca Francesco Moraglia con la tradizionale consegna dell’anello piscatorio.
“L’associazione si occupa da sempre di organizzare la festa e quest’anno festeggiamo la ripartenza e la gioia dello stare assieme attraverso un programma ricchissimo, religioso, culturale e popolare, che ha l’obiettivo di portare avanti la tutela delle radici di questa zona – conclude Basili – negli anni la festa è diventata sempre più frequentata e ogni sera, per cinque sere, abbiamo una media di 3-4mila partecipanti, non solo veneziani, ma da tutto il Veneto e anche stranieri che si sono affezionati a questo appuntamento dell’estate veneziana”.