La storia di Yvonne Girardello la veneziana prima hostess d’Italia

12 Luglio 2022

Venezia, 12 luglio 2022 - "Non ho mai avuto paura di volare" ha dichiarato all’età di 96 anni quando è salita, ormai nonna, per l’ultima volta su un aereo all’Aeroporto del Lido di Venezia, lo stesso luogo dove aveva iniziato la sua carriera da hostess. L’amore per il mondo visto dall’alto e per i viaggi l’hanno accompagnata ogni giorno in una vita fatta di voli, accoglienza e curiosità nei confronti di luoghi e culture lontane dalla sua. È Yvonne Girardello, la prima hostess d’Italia, veneziana e donna che ha testimoniato la nascita non solo di un mestiere che fino ad allora non esisteva ma anche primi voli di linea in Italia accompagnando, con il suo celebre sorriso e i suoi modi pacati e accoglienti, tante celebrità da Domenico Modugno che in volo, dal finestrino, le ha indicato il “Blu dipinto di Blu” a Don Camillo e poi ancora Maria Callas, Sandra Milo e altri personaggi illustri.  

Yvonne è nata a Venezia nel 1923 e gli aerei da piccola le facevano paura perché associati alla guerra. Poi, però, sono diventati la sua seconda casa. Questa giovane ragazza che si considerava un vero e proprio “maschiaccio” alla fine della Seconda Guerra Mondiale era impiegata alle Officine Aeronavali del Lido dove gli aerei arrivavano per le revisioni. Si occupava di gestire i libretti di volo dei piloti quando è stata tuffata nel mondo dei voli diventando protagonista della nascita della TransAdriatica, la prima compagnia di aviazione civile italiana originata dalla trasformazione degli aerei militari statunitensi in velivoli civili da parte di alcuni piloti reduci dal conflitto.  

Era solo una ragazza quando le venne proposto di fare l’hostess di bordo, un mestiere che non esisteva ancora e che lei accettò senza pensarci troppo, incuriosita da questo mondo ad alta quota che le permetteva di viaggiare su e giù per il suo Paese. Bastava esibire solo tre caratteristiche dopotutto, gentilezza, sorriso e semplicità e lei le aveva tutte.  

Yvonne ha iniziato con il cosiddetto Dc-3, un aereo di linea prodotto negli anni Quaranta dall’azienda americana Douglas Aicraft Company, che lei stessa ha definito “suo grande amore” per poi passare ad altri velivoli e concludere la sua carriera con la compagnia Alitalia. Il primo volo che fece fu sulla sua città, Venezia, in volo su un aereo acrobatico in picchiata che sembrava si schiantasse sulla laguna come lei stessa ricorda. Una volta a terra, il comandante di volo le disse che era pronta per volare vedendola tranquilla e in equilibrio. L’importante, infatti, era non avere paura e lei non l’aveva mai avuta.  

Da lì iniziò la sua lunga carriera da assistente di volo diventando un esempio di donna indipendente e forte e svolgendo un mestiere impensabile per le giovani donne dell’epoca che non potevano allontanarsi da casa. Sua mamma, però, firmò il consenso, le cucì una divisa di colore azzurro e le regalò quella libertà che fece sempre parte della sua vita. 

Yvonne rischiò più volte la vita a causa di questo mestiere, soprattutto durante un atterraggio d’emergenza a Bologna per una bufera dove dovette gestire l’emergenza cercando di tranquillizzare il più possibile i passeggeri di quell’aereo che sfiorò la tragedia. Ma lei, donna dal grande autocontrollo, sapeva bene come gestire l’ansia e calmare le persone.   

Yvonne Girardello non ha mai smesso di amare il suo mestiere, nonostante i rischi, e, una volta in pensione, ha scelto di fermare nel tempo tutti i suoi ricordi e le sue esperienze in alta quota raccogliendole in un libro che ha intitolato “Appunti di volo”, pubblicato nel 2008 dove si può scoprire, tra i racconti non solo l’anima di questa grande donna ma anche storie e aneddoti su tutti i suoi passeggeri che hanno avuto la fortuna di viaggiare accompagnati da lei e dal suo sorriso. 

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