Il suo laboratorio si trova in Calle dei Fabbri, a due passi da campo San Luca: è lì il cuore della sartoria veneziana che veste da più di sessant’anni figure provenienti dal mondo dello spettacolo, della politica, e dell’imprenditoria, con l’eleganza e la classe che da sempre contraddistinguono i suoi abiti.
Le sue creazioni raggiungono i Paesi dell’estremo oriente, arrivano in Cina, Corea e Giappone dove sono considerati dei veri e propri gioielli dell’alta sartoria su misura. Un legame, quello con l’Oriente, che si ritrova anche nei suoi lavori: dai ricami rosso fuoco, ai colletti orientaleggianti, fino ai motivi a forma di drago dipinti sul retro della giacca. Una carriera che ha collezionato negli anni diversi riconoscimenti, che si è aggiudicato per la sua coerenza e tenacia nell’esportare la bellezza del saper fare. Dietro ai suoi abiti c’è molto studio e una continua voglia di imparare. Dalla manica a forma di sciabola al fiocco che cinge il collo ornato da un gioiello, alle giacche dalle forme curve che ricordano i movimenti dell’acqua e i modelli realizzati in stile Goldoni: ecco i tratti caratteristici dell’estro di Franco Puppato.
Impara il mestiere a Treviso, la sua città natale, all’età di 14 anni dallo zio sarto, per poi approdare a Venezia con la voglia di mettersi in gioco e approfondire quello che non sarà solo un lavoro ma una grande passione, che lo porterà lontano, fino all’estremo oriente.
“Sto lanciando un’idea un po' diversa e un po' nuova: lo stile Goldoni con tecnica avanzata, che sento come musica. È un modo di esprimersi attraverso il gusto e il disegno, con l’impostazione di voler fare la differenza” racconta Franco Puppato “una tecnica, la trigonometria che ho ereditato dal mio sommo maestro, Antonio Napoliello e di cui sono l’unico rappresentante. Una tecnica lungimirante che si proietta in avanti attraverso cui ci si può sempre aggiornare”.
Il suo lavoro s’intreccia con l’abilità degli artisti locali, come Luigi Ballarin, con cui realizza pezzi unici che uniscono l’arte della sartoria ad immagini iconiche, rappresentative della cultura orientale e occidentale insieme, ma anche con i maestri del vetro di Murano, di cui i preziosi bottoni colorati risplendono sui capi di Franco.
“Voglio far sì che a Venezia si senta che c’è qualcuno a portare avanti la grande eredità del Made in Italy. E spero di trovare anche un erede a cui trasmettere ciò che ho imparato nel corso di questi anni”. Una personalità dall’animo curioso che ha dedicato una vita a questo mestiere, facendo del suo laboratorio un pezzo di storia della sartoria italiana. Una tradizione che ha contribuito a rendere Venezia, e i suoi 1600 anni di storia, grande nel mondo.