Morosina Morosini, la dogaressa che nel 1595 fondò a Venezia il primo laboratorio del merletto 

19 Marzo 2022

Venezia, 19 marzo 2022 - A Venezia, in quello che fu il tesoro della Basilica di San Marco, era custodita una rosa forgiata in oro e donata cinquecento anni fa ad una donna, che viene ancora ricordata per lo sfarzo delle celebrazioni che la introdussero in città. Morosina Morosini è passata alla storia come la moglie del Doge Marino Grimani e come colei che durante la sua sontuosa incoronazione portò in città feste e banchetti lunghi quattro giorni e quattro notti. Quella stessa donna però non fu solamente una grande dogaressa ma anche, e soprattutto, l’imprenditrice e fondatrice di un laboratorio tra i cui tavoli nacquero le prime maestre di un’arte che ha reso famosa Venezia in tutto il mondo: il merletto. 

In quella stessa città che ancora oggi accoglie le sue ceneri tra le mura della chiesa di San Giuseppe, Morosina nacque figlia di un’illustre famiglia veneziana che aveva già reso alla Serenissima tre dogi. Era una giovane donna di quindici anni quando divenne la sposa di Marino Grimani, segnando il suo destino da futura dogaressa. 

Quella stessa fortuna che aveva ereditato e che l’aveva aiutata nella sua vita da giovane donna, Morosina decise di investirla per dare impiego a decine di veneziane che in contrada Santa Fosca, nel sestiere di Cannaregio, ricamarono e impreziosirono indumenti, lenzuola e tovaglie a suon di “punto Venezia”. 

Donne di ogni età che guidate da una concittadina diedero vita a quella forma di artigianato che ancora oggi rende famosa la loro città in tutto il mondo. 

Nacque così tra quelle mura veneziane nel 1595 il primo laboratorio dedicato alla lavorazione del merletto. Quella trama bianca e sottile, come la rete di un pescatore, che impreziosiva scollature e fazzoletti da mano e che fu portata alla ribalta proprio da una donna ambiziosa e lungimirante che non si accontentò di essere la moglie di un uomo potente ma che investì tutto per creare una bottega le cui opere arrivarono ben aldilà dei confini della Serenissima.

 

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