Milite ignoto: un secolo fa il viaggio in treno, toccando le stazioni di Venezia e Mestre, di un anonimo soldato

28 Ottobre 2021

Venezia, 28 ottobre 2021 – Un treno che resta nella memoria collettiva, un viaggio senza ritorno, di un feretro che trasportava la salma senza nome di un giovane soldato caduto in guerra. Una via crucis di 120 stazioni, da Aquileia a Roma, attraversando le regioni, a una velocità bassissima per permettere alle migliaia di persone che stazionavano sui binari di togliersi il cappello in segno di rispetto, di inginocchiarsi, di lanciare un fiore e far scendere una lacrima. Un viaggio simbolico per onorare i 650mila caduti sui campi di battaglia e i tantissimi corpi dispersi, a cui mogli, madri e padri non hanno mai potuto dare degna sepoltura.

Sono passati cento anni, ma il ricordo è ancora vivido. Alle 8 del mattino del 29 ottobre 1921, dalla stazione ferroviaria di Aquileia partì il convoglio che, in cinque giorni, trasportò la salma del “Milite ignoto” a Roma, toccando anche le stazioni di Venezia e Mestre. Un viaggio commovente, capace di unire l’Italia nel suo dolore, per rendere tributo a un giovane che da cento anni è diventato il simbolo del sacrificio per l’amore della patria. Un viaggio che mette al centro anche una donna, la triestina Maria Bergamas, il cui figlio aveva disertato l'esercito austriaco per combattere nell'esercito italiano, scelta come madre simbolica del dolore di tutte le madri italiane, a cui venne affidato il compito di scegliere la salma da tumulare tra le undici selezionate in tutte le zone in cui si era combattuto.      

La bara in legno di quercia fu collocata sull’affusto di un cannone e viaggiò in un carro-vagone appositamente progettato dall’architetto Guido Cirilli; arrivò a Roma il 4 novembre 1921 e venne tumulata nel sacello dell’Altare della Patria, che ancora oggi rappresenta la sintesi suprema di tutti i cimiteri di guerra sparsi lungo le linee del fronte. Al Milite Ignoto fu concessa la medaglia d'oro con questa motivazione: "Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz'altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria".

Il 4 novembre, dal 1919, è una giornata di festa nazionale, a ricordo dei tanti soldati italiani che persero la vita sul fronte per la libertà della patria.  

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