Feltre festeggia i 1600 anni di Venezia

1 Giugno 2021

Venezia, 1° giugno 2021 – Un filo rosso che lega le due città sin dal 1400, da quando Feltre si sottomise al dominio della Repubblica Serenissima. Un rapporto che continua ancora oggi, in occasione delle celebrazioni per i 1600 anni di Venezia: Feltre celebra l’importante appuntamento con l’acquisizione e l’esposizione permanente di una collezione di circa 900 vetri di Murano. La raccolta è stata creata in 30 anni di passione e dedizione dai collezionisti Carla Nasci e Ferruccio Franzoia i quali, nel 2018, hanno donato l’intera collezione al Comune di Feltre per la sua esposizione permanente nella Galleria d’arte moderna Carlo Nizzarda. L’allestimento è stato curato dall’architetto Ferruccio Franzoia, allievo di Carlo Scarpa e l’inaugurazione è avvenuta nei primi giorni di maggio.

I vetri sono esposti nelle sale 13, 14 e 15. 

Il percorso segue un itinerario “capriccioso”, sulla falsariga delle scelte qualitative e di gusto personale che hanno ispirato la genesi della collezione. Il nucleo iniziale della raccolta ebbe origine da un forte interesse per gli anni ‘20, così ben rappresentato nella Galleria Rizzarda: dai ferri battuti alle opere d’arte acquistate da Carlo Rizzarda per la sua villa milanese in via Castel Morrone, il tutto confluito nel palazzo Bellati-Villabruna-Cumano per volontà testamentaria. 

La prima sala è quindi dedicata all’esposizione della produzione della ditta costituita nel 1921 da Giacomo Cappellin e Paolo Venini, la “Vetri Soffiati Muranesi Cappellin-Venini & C.”. Figura centrale è quella di Vittorio Zecchin, primo direttore artistico della ditta. I modelli da lui creati continuarono ad essere prodotti dalle ditte nate dallo scioglimento del sodalizio tra Cappellin e Venini.

La produzione delle due manifatture, la “Maestri Vetrai Muranesi Cappellin & C.” e la “Vetri Soffiati Muranesi Venini & C.”, è documentata nella seconda sala. Qui sono esposti oggetti riferibili alla presenza a Murano di Carlo Scarpa, che nel 1926 iniziò con Cappellin una collaborazione durata fino al fallimento della ditta nel 1931. In seguito, Carlo Scarpa passò alla Venini dove rimase fino alla cessazione dell’attività per cause belliche nel 1943 e per un breve periodo nel dopoguerra fino al 1947.

Oltre alle opere di Scarpa, la sala ospita esemplari della produzione Venini degli anni tra il 1925 e il 1960 e una miscellanea di prodotti di altre ditte attive in laguna e di alcuni autori significativi che testimoniano l’alta qualità diffusa che caratterizza la produzione muranese anonima. Si incontrano vetri disegnati da personalità fra loro profondamente dissimili, ma accomunate dalla profonda conoscenza della tradizione vetraria muranese unita alla capacità di declinarla con originalità e con soluzioni innovative: quali Napoleone Martinuzzi, Tomaso Buzzi, Tyra Lundgren, Paolo Venini, Massimo Vignelli, Fulvio Bianconi, Toni Zuccheri, Tobia Scarpa, Alfredo Barbini, Archimede Seguso, Flavio Poli, Tapio Wirkkala, Guido Balsamo Stella, Giuseppe Barovier e Guido Bin, pseudonimo di Mario Deluigi. Non mancano contemporanei come Alessandro e Laura Diaz de Santillana, Sergio Asti, Heinz Oestergaard, Luciano Gaspari, Maria Grazia Rosin, Cristiano Bianchin e Michela Cattai.

Il terzo e ultimo settore è dedicato ai vetri da mensa. Si tratta di oggetti di consumo, destinati ad un uso effimero e pertanto la sezione offre un’importante testimonianza di gusto e costume. Gran parte dei pezzi della collezione fanno riferimento ai modelli creati da Zecchin negli anni ‘20. Sono documentati esempi di vetri veneziani di età precedente, come un insieme di vetri Luigi XVI in cristallo sfaccettato con decorazioni in oro e una campionatura di bicchieri storicistici con decoro a smalti policromi o incisi a ruota. Sono presenti anche cristalli da tavola di produzione non muranese di gusto Belle Époque e alcuni esempi di cristalleria boema commercializzati a Venezia dalla Compagnia Venezia e Murano.

Non poteva mancare una testimonianza dell’arte musiva muranese, rappresentata da due ritratti femminili realizzati da Salviati su cartone di Giovanni Ottolini (Venezia 1855-1938). 

Anche i disegni progettuali originali, inseriti nella boiserie all’ingresso, appartengono alla collezione Carla Nasci-Ferruccio Franzoia. 

La collezione è illustrata in un corposo catalogo edito da Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo con saggi di Tiziana Casagrande, Rosa Mentasti Barovier, Mariatersa Chirico, Mauro Pierconti, Lucio Valerio Barbera, Marco Arosio e Antonio Foscari.