Il saluto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, poi il racconto di Venezia attraverso immagini e musica, eseguita dall’orchestra e dal coro del Teatro la Fenice, con la narrazione di Alessio Boni. Così Rai2, in collaborazione con il Comune di Venezia e il Teatro la Fenice, celebra i 1600 anni dalla nascita della Serenissima.
“1600 Venezia speciale anniversario”, andrà in onda giovedì 25 marzo alle 18.30 e sarà non solo l'occasione per ripercorrere la storia della Città, ma anche per raccontare - come spiega il sindaco Luigi Brugnaro - una Venezia che guarda al futuro, alla tecnologia e alla salvaguardia dell'ambiente. Una città che, fin dai tempi della Repubblica Serenissima, è Stato da Mar e Stato da Tera e che, in questo delicato equilibrio, si impegna per essere punto di riferimento per le nuove generazioni. Immagini quindi di una città che in questi 1600 anni ha meritato di essere inserita in quel Patrimonio mondiale dell'Unesco e che rivendica la propria vocazione alla crescita e allo sviluppo.
Il programma musicale raccoglie in gran parte musica scritta per Venezia e per la Fenice, a partire da Giuseppe Verdi. Non a caso sono state scelte le pagine di Attila, composto proprio per il teatro nel 1846. Ma anche Otello, che nel finale del terzo atto rende omaggio alla città. E ancora La traviata, eseguita in prima assoluta alla Fenice, così come Ernani, che debuttò sempre alla Fenice qualche anno prima. Ma il tema ricorre anche con L’italiana in Algeri, che Rossini scrisse per il Teatro di San Benedetto. Poi la Barcarolle dai Contes d’Hoffmann di Jacques Offenbach. Un intreccio di grandi composizioni di cui la città è il fulcro o l’ambientazione, unica eccezione è il «Nessun dorma» dalla Turandot di Puccini, scelto per il suo valore emblematico come canto universale della riscossa dell’animo umano.
A dirigere l’Orchestra e il Coro della Fenice, il Maestro Renato Palumbo, e sul palco saliranno, il tenore Fabio Sartori, e il soprano Francesca Dotto. Un programma di Giovanna Ciorciolini, Stefania Bove scritto con Alessandro Migliaccio, con la regia di Fabrizio Guttuso Alaimo.