Venezia, 28 settembre 2022 – “O sito amabile e ridente, o prati fioriti, o fiume placido, o aria salubre, o Brenta silenziosa, da quanti nobili edifizi coronata, come regina d’altri fiumi”. Così nel 1667 Giovanni Sagredo esaltava la Riviera del Brenta, con le sue acque placide e le ville dai giardini rigogliosi. Un luogo che ha saputo affascinare letterati di fama internazionale, tra cui Michel de Montaigne, Johann Wolfgang Goethe, ed Ernest Hemingway, ha offerto rifugio a reali d’Europa e che, ancora oggi, continua a stregare come pochi altri. Con l’avvicinarsi della stagione autunnale, saliamo metaforicamente a bordo del burchiello, la grande imbarcazione fluviale che un tempo collegava Venezia al suo entroterra, e cominciamo la risalita del Naviglio Brenta alla scoperta delle più belle ville venete e della loro storia.
Incredibile concentrato di arte, natura e genio dell’uomo, la Riviera del Brenta è da secoli l’altra faccia della nobile e aristocratica Venezia e delle sue famiglie patrizie. Fu proprio qui, infatti, che a partire dalla seconda metà del XVI secolo la Serenissima concentrò i suoi sforzi di valorizzazione territoriale, riorganizzando quelle che erano terre incolte e abbandonate e rendendole produttive. Molte famiglie nobili veneziane, già proprietarie di vasti terreni, intravidero il potenziale di queste opere pubbliche, e decisero di avviare delle aziende agricole lungo tutto il corso del fiume, facendo costruire anche una residenza in cui potessero alloggiare e controllare il corretto andamento dei raccolti. Nacque così il concetto di “villeggiatura”.
Sebbene rurale, la dimora di una famiglia patrizia doveva dimostrarsi all’altezza dei suoi proprietari. Perciò, analogamente ai palazzi cittadini allineati lungo i canali di Venezia, anche sulla Riviera del Brenta si costruirono ville con la disposizione della tradizionale casa veneziana, composta da una sala centrale con ingresso alle due estremità e stanze di forma pressoché quadrata collocate sui due lati. Al corpo centrale dell’edificio si dovettero poi aggiungere tutte quelle strutture necessarie alla conduzione del fondo agricolo, come le barchesse, adatte ad ospitare magazzini per derrate e merci, ma anche ricoveri per attrezzi, stalle e scuderie, nonché abitazioni coloniche.
Tuttavia, lo spazio sconfinato e i campi verdeggianti dell’entroterra veneziano si rivelarono in breve tempo terreno fertile per l’estro creativo di grandi architetti cinquecenteschi del calibro del Palladio, Sanmicheli, Sansovino e Scamozzi, che si cimentarono nella progettazione di dimore dai volumi sempre più arditi, giocando con la verticalità degli ambienti e con i prolungamenti orizzontali.
Non più limitate allo svolgimento di una funzione amministrativa, le residenze in terraferma cominciarono dunque ad arricchirsi anche di affreschi decorativi, sculture e rigogliosi giardini all’italiana o all’inglese, tanto che ben prestò si arrivò ad avere un continuum di insediamenti nobiliari affacciati sul Naviglio Brenta tale da riproporre la relazione acqua-architettura tipicamente veneziana. Tra il Cinque e il Settecento, la concentrazione di residenze veneziane sulla terraferma fu così elevata che si cominciò a considerare la Riviera come la naturale continuazione del Canal Grande, quasi un “borgo di Venezia”.
Mezzo prediletto per affrontare il lungo viaggio di risalita del Naviglio Brenta verso la propria villa di residenza era il burchiello, una grande imbarcazione fluviale in legno dotata dei migliori comfort dell’epoca. Dopo la partenza nei pressi di Piazza San Marco e una navigazione in laguna a remi o a vela, il tragitto prevedeva una fermata iniziale a Lizza Fusina, dove si trovava la dogana, e proseguiva poi lungo tutto il corso d’acqua fino ad arrivare nei pressi di Stra.
I periodi della villeggiatura sulla Riviera del Brenta erano in genere due: dal 12 giugno, vigilia di Sant’Antonio da Padova, alla fine di luglio per la stagione estiva, mentre in autunno dal 4 ottobre, festa di San Francesco, fino alla fine della vendemmia, che avveniva solitamente nei primi giorni di novembre.
Dalle spettacolari Villa Pisani, anche conosciuta come La Nazionale, e Villa Foscari a Malcontenta, fino alle più raccolte come Villa Badoer Fattoretto e Villa Tito, passando per la bellezza di Villa Widmann e la barchessa di Valmarana: la Riviera del Brenta si dimostra ancora oggi, a secoli di distanza, luogo d’incanto e antico custode della grandezza veneziana.