La tradizione del ponte votivo della Festa del Redentore, l’iconica via sull’acqua che da 445 anni collega Fondamenta delle Zattere all’isola della Giudecca

14 Luglio 2022

Venezia, 14 luglio 2022 – Da 445 anni a questa parte, il terzo sabato di luglio una tradizione tutta veneziana anima il Canale della Giudecca: l’allestimento di un percorso galleggiante temporaneo che, con i suoi 334 metri di lunghezza, lega saldamente Fondamenta delle Zattere e la basilica del Cristo Redentore sull’isola della Giudecca, due estremità della città di Venezia solitamente divise dall’acqua della laguna. Iconico e immancabile simbolo della Festa del Redentore, la via sull’acqua creata dal ponte votivo ha da sempre accompagnato i festeggiamenti, sebbene sotto diverse spoglie, arrivando ad assumere in tempi più recenti le sembianze della struttura modulare in legno e acciaio che da 20 anni i veneziani sono abituati ad attraversare a ricordo perenne di un voto per la liberazione dalla peste. Quest’anno l’attraversamento pedonale verrà aperto al pubblico domani, venerdì 15 luglio, alle ore 20, alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, del patriarca Francesco Moraglia e delle autorità civili e religiose.

Affettuosamente chiamato anche “Notte Famosissima”, il Redentore è una delle ricorrenze più sentite dai veneziani e, grazie alla sua spettacolarità, col tempo è diventato noto in tutto il mondo. La celebrazione cade ogni sabato precedente alla terza domenica del mese di luglio e ricorda la fine dell’epidemia di peste che devastò la città negli anni 1575-1577, portando alla morte oltre un terzo della popolazione di Venezia. Fu per questo motivo che il 4 settembre del 1576 il Senato della Serenissima scelse quindi di erigere una chiesa a nome del Cristo Redentore, come ex voto per cercare di allontanare la malattia dalla laguna. Nel giorno del primo Redentore, nel 1577, fu allestito un ponte di galere per raggiungere l’isola della Giudecca e la nuova basilica. Sempre qui ebbe luogo la prima processione di fedeli, ancora oggi parte fondamentale delle celebrazioni.

Attraverso i secoli, il ponte votivo cambia il suo aspetto ma non la sua funzione: l’appoggio delle galere ben presto viene sostituito dalle più pratiche zattere, per passare poi, tra fine Ottocento ed inizio Novecento, alle peàte, le grandi barche dal fondo piatto utilizzate per il trasporto di materiali pesanti come carbone e legname. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, invece, assume il volto “militare” dell’inglese ponte Bailey, composto da diversi moduli in acciaio e legno che permettono un veloce montaggio e smontaggio. Per ben cinquant’anni il secondo reggimento Genio pontieri, entrato in possesso della struttura, a ogni Festa del Redentore lo ha assemblato sul Canale della Giudecca come esercitazione militare.

Dichiarato “residuato bellico” nel 2002, il ponte Bailey è sostituito dall’odierno percorso galleggiante, che quest’anno festeggia vent’anni di utilizzo. A seguire attentamente i lavori, ancora oggi come la prima volta, il geometra Matteo Vianello, collaboratore del Responsabile Unico del Procedimento.

“È un ponte costituito da moduli galleggianti, per una lunghezza di circa 334 metri lineari, mentre il camminamento è largo 4 metri circa - spiega Vianello - L’inizio dell’assemblamento è avvenuto martedì 5 luglio, ed è un procedimento che viene realizzato in fasi, chiudendo progressivamente il Canale della Giudecca. Venerdì 15 ci sarà la fase finale, che inizierà alle 7 della mattina, poi si procederà a chiudere completamente il ponte alle 16:15 con il passaggio dell’ultimo Ferry. Sarà aperto al pubblico dalle ore 20 di venerdì e resterà fino alla mezzanotte di domenica, quando inizierà la fase di disallestimento”.

L’attraversamento pedonale oggi in uso è il frutto di un’attenta mediazione tra moderno e tradizione, nel rispetto dell’ambiente che lo circonda e dei 445 anni di storia della Festa del Redentore: le antiche barche sono state sostituite da unità galleggianti in polietilene, ma il piano di calpestio e il corrimano continuano ad essere in legno.

“Il ponte viene ancorato su dei pali in acciaio vibroinfissi sul fondo del Canale”, aggiunge il geometra, “e su tutto il parapetto c’è un impianto di illuminazione che rischiara il camminamento. Alcuni moduli hanno dei tralicci che servono per fare un sopralzo per consentire ai mezzi pubblici di transitare sotto il varco centrale, che ha un’altezza di 3,50 metri e una larghezza di 10 metri”.

Quella del ponte di barche è una tradizione tutta veneziana, e non è affatto raro che questa via sull’acqua venga montata anche in occasione di altre celebrazioni. “La struttura viene usata, oltre che per la Festa del Redentore, anche per la Madonna della Salute e per la manifestazione sportiva della Venicemarathon”, precisa Vianello, ricordando anche come nel novembre 2019 sia stato impiegato in occasione della Festa di Ognissanti e della Commemorazione dei Defunti, quando ha collegato Fondamente Nove con il cimitero di San Michele.

 

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