Venezia, 12 agosto 2022 – Le calli e i campielli di Venezia, con i loro scorci inaspettati e gli svolazzanti riflessi sull’acqua dei canali, sono da sempre la romantica cornice di storie d’amore, sia reali che fittizie. Lo sa bene Teresa Sensi, giornalista e scrittrice, punto di riferimento del pubblico femminile tra gli anni ’30 e ’50 per le sue rubriche sul Gazzettino di Venezia, in cui dava consigli di moda, cucina e bon ton, oltre che per i suoi innumerevoli successi editoriali nel campo della letteratura rosa. Tante sono le sfaccettature di questa figura femminile, oggi poco nota, che ha amato intensamente la città lagunare. Una donna con una smisurata passione per le parole e i racconti ma anche dotata di una grande audacia che l’ha portata ad essere la prima iscritta all’Albo dei Giornalisti del Veneto.
Nata nel 1900 a Perugia, Teresa Sensi si trasferisce giovanissima in quella che poi definirà sempre con orgoglio la “sua” città, Venezia. Scrivere è l’unica attività ad occupare costantemente la sua mente, tanto che già a sedici anni riesce a pubblicare una prima raccolta di novelle, L’ignoto. Con il passare del tempo fa di questo suo interesse un mestiere e dopo aver inviato un racconto alla Gazzetta di Venezia, con il quale riscuote un buon successo, si vede affidare la stesura di articoli e la correzione di bozze per i giornali locali.
Un importante traguardo giunge, poi, il 7 luglio 1929 quando Teresa diventa la prima donna iscritta all’Albo dei Giornalisti del Veneto. Assunta ufficialmente alla Gazzetta, e unica figura femminile all’interno della redazione, le viene assegnato il compito di redigere la cronaca mondana, le rubriche di cucina e bon ton, oltre alla critica letteraria. Sotto pseudonimo, i suoi articoli compaiono anche sul Gazzettino di Venezia, quotidiano più popolare e diffuso per il quale avrebbe poi scritto fino a pochi giorni prima della sua morte. Il giornalismo di Teresa Sensi conquista in breve tempo il pubblico femminile, tanto che già a trent’anni è una delle firme più conosciute: i suoi consigli in campo culinario e di moda sono legge, mentre i libri che recensisce diventano subito best sellers. Nello stesso periodo, si occupa anche di quelle che oggi si potrebbero definire pubbliche relazioni per la Compagnia Italiana Grandi Alberghi, ritrovandosi a intervistare attori e attrici che arrivano a Venezia per la Mostra del Cinema.
Con l’uscita della sua seconda raccolta di novelle, La casa di carta, l’editore e amico Angelo Rizzoli le propone una nuova sfida, scrivere un romanzo. Teresa si cimenta con entusiasmo in questa prova, consegnando in poco tempo il manoscritto di L’amore degli altri, primo di una lunga serie di storie d’amore, tutte pubblicate dalla casa editrice Rizzoli, che farà di lei una delle sue autrici di punta. Dividendosi con successo tra giornalismo e letteratura rosa, la Sensi resta sulla cresta dell’onda per tutti gli anni ’40 e ’50. L’uscita di una sua nuova opera costituisce un avvenimento per le sue lettrici, e la critica la osanna per la sua tecnica narrativa, la scelta delle vicende, la scrittura sobria e nitida.
Venezia e le sue atmosfere suggestive si insinuano spesso nei testi di Teresa, facendo da cornice ai drammi di vita che la romanziera mette in scena. Ma la città lagunare è anche lo sfondo romantico della sua personale storia d’amore con il pittore Carlo Dalla Zorza. Il loro è un legame profondo, nato dalla stima e dall’amicizia, che cresce immensamente nel tempo e li porta a migliorarsi come artisti. Purtroppo, però, nel gennaio del 1977 il marito è stroncato da un male inaspettato e repentino e da questo momento in poi la vita della scrittrice viene dedicata al ricordo dell’amato.
Alla sua morte, avvenuta nel 1993, Teresa Sensi lascia in eredità all’Università Ca’ Foscari la sua bella dimora con giardino su Rio Novo, nel sestiere di Dorsoduro, affinché ne venga fatta una sede per gli studenti.