Venezia, 11 maggio 2022 - Andersen, Ruskin, Carlyle, Thoreau, sono solo alcuni dei grandi nomi della letteratura internazionale del XIX secolo le cui opere entrarono a pieno titolo tra gli scaffali delle librerie italiane grazie a una donna, una veneziana che decise di tradurli e permettere a tutti di potersi immergere nelle loro storie.
Si chiama Maria Pezzé Pescolato, classe 1869 e un’adolescenza vissuta tra gli agi di una famiglia alto borghese. Padre professore e mamma fondatrice della sezione veneziana della Croce Rossa, Maria cresce respirando cultura, educazione e racconti fermati nel tempo dai grandi scrittori del passato. È così che nasce la sua passione per la letteratura, i personaggi di finzione e la scrittura creativa tutti elementi che caratterizzeranno la sua vita rendendola indelebile nella memoria colletiva così come le storie scritte nei suoi amati libri.
Maria inizia la sua formazione letteraria alla scuola superiore femminile Giustinian ma la approfondirà solo con gli studi universitari in Lettere e Filosofia all’Università di Padova. Proprio qui scoverà un’altra sua grande passione, quella per le lingue straniere che sfocerà nel suo mestiere di traduttrice per cui ricevette le lodi perfino di Giosuè Carducci. Il suo carattere deciso la porta a essere una delle poche donne dell’epoca a compiere studi regolari e il suo altruismo la avvicina fin da subito al mestiere dell’insegnamento.
Nata e cresciuta a Venezia, Maria Pezzé Pescolato lascerà la sua amata città solo per amore, trasferendosi in provincia di Arezzo con il marito Luigi Pezzé. Quello che doveva essere un momento di serenità, però, si trasforma in tragedia a causa della morte della madre e un matrimonio infelice che la porta a scegliere di tornare tra le calli e i canali della sua Venezia.
Sono tanti i successi professionali di Maria che ha dedicato tutta la sua vita ad accrescere la sua conoscenza per trasferirla poi agli altri influenzando le vite di quei giovani ragazzi alla ricerca del loro posto nel mondo. Tanti gli studenti a cui ha fatto da “mamma” ma un grande vuoto nella sua vita privata, quello di non aver avuto figli che ha definito una delle sue più grandi delusioni. Fu anche questo il motivo per cui Maria scelse di dedicarsi così tanto ai bambini degli altri.
Le sue competenze educative erano talmente forti da essere riconosciute non solo a Venezia ma anche a livello nazionale. Nel 1923, infatti, fu scelta da Giovanni Gentile come membro della Commissione governativa per selezionare i libri da adottare nelle scuole elementari d’Italia affiancando personaggi del calibro di Piero Calamandrei e Giuseppe Prezzolini.
La sua attività intellettuale a Venezia l’ha portata a essere parte di diversi luoghi culturali dall’Ateneo Veneto alla Società Dante Alighieri fino a passare per la Biennale d’arte ma Maria non tralasciò mai la sua passione per la scrittura diventando autrice di diversi romanzi per ragazzi, poetessa in dialetto veneziano e collaboratrice di diverse riviste dell’epoca come la Gazzetta di Venezia e la Nuova antologia.
Fu proprio la passione di Maria per i libri e per i ragazzi a portarla a fondare e gestire diverse biblioteche del territorio comunale, tra cui anche quella del carcere femminile di Venezia. Ma la più grande eredità che questa donna ha lasciato alle generazioni future è stata la fondazione della prima biblioteca italiana per ragazzi creata a Venezia nel 1926. L’idea di realizzare un luogo dove i ragazzi potessero leggere e allenare la loro immaginazione venne a Maria durante un suo viaggio in America, tra Boston e New York quando restò affascinata dalle cosiddette Children's rooms nelle biblioteche per adulti e da qui decise di crearne una tutta sua.
Questa biblioteca si rivolgeva a un target di bambini tra i 6 e i 14 anni e mescolava il gioco all’educazione all’interno di un luogo dove tutto era fatto a misura di bambino, dai piccoli tavoli ottagonali alla presenza di numerosi giocattoli fino a passare a scaffali aperti e ordinati per età e argomento. Una vera e propria rivoluzione nel mondo educativo che venne poi adottata anche nelle altre città d’Italia. La sua prima sede era in campo San Gallo per poi spostarsi in piazza San Marco dove rimase fino al 1938, anno della chiusura.
Quello che rimane oggi della biblioteca dei ragazzi di Maria Pezzè Pascolato è un fondo di circa 634 libri dei 2000 originari, quasi tutti illustrati e ritrovati solo nel 2008 in un vecchio deposito. Il fondo, oggi è conservato nella biblioteca civica di Mestre VEZ che continua a tramandare, con cura, un pezzo di storia della letteratura per l’infanzia e il nome di una donna che, con il suo amore per la parola scritta e per i ragazzi, ha rivoluzionato il mondo dell’insegnamento e influenzato le vite di milioni di bambini a Venezia e nel resto dell’Italia.