La storia delle Sibille, le donne profetiche a metà tra storia e mitologia che decorano le chiese e i palazzi di Venezia

7 Giugno 2022

Venezia, 7 giugno 2022 - Si ergono fiere all’interno delle chiese o dei palazzi veneziani di diverse epoche storiche. Marmoree, mute e dallo sguardo risoluto riempiono nicchie, absidi e altari. Sono figure femminili a metà tra storia e mitologia e le conosciamo tutti con il nome di Sibille.

Le Sibille sono personaggi storicamente esistiti oltre che figure leggendarie legate alla mitologia greca e romana. Sono delle vergini con particolari virtù profetiche che venivano ispirate direttamente dagli dei. Queste donne, infatti, avevano il dono di predire il futuro e dare responsi a quesiti esistenziali che erano solite scrivere su foglie o libri, a volte anche a pagamento come nel caso dei re. 

In antichità le Sibille erano numerose ma le più note erano quella di Delfi, di Eritrea e di Cuma. Queste veggenti erano conosciute anche con il nome di Pizie, in riferimento all’omonima serpe che uccise Apollo a Delfi quando si impadronì della fonte dell’oracolo. 

Anche se appartenenti al mondo pagano, le sibille sono sopravvissute all’avvento del cristianesimo e ne hanno preso parte diventando personaggi decorativi da affiancare a quelli biblici all’interno di chiese e luoghi sacri. Alcuni padri della Chiesa, infatti, nei primi secoli dopo Cristo tentarono un dialogo con le religioni pagane creando, così, una sovrapposizione di figure leggendarie e, tra queste, c’erano anche le Sibille che dall’ambiente giudaico-ellenistico approdarono in quello cristiano. Un vero e proprio elemento di passaggio e interconnessione tra passato e presente, le Sibille sono sopravvissute al cristianesimo in quanto viste come coloro che avevano predetto l’avvento del salvatore Gesù Cristo.

A Venezia sono diversi i luoghi sacri che presentano ancora oggi rappresentazioni artistiche di queste importanti donne che sapevano leggere il futuro. Tra tutti, uno dei più iconici, è la Chiesa di Santa Maria di Nazareth, che tutti conoscono come Chiesa degli Scalzi situata nei pressi dell’omonimo ponte vicino alla Stazione Ferroviaria. Questa chiesa, infatti, è decorata con dodici statue di Sibille posizionate nelle nicchie dietro l’altare maggiore create per mano di cinque diversi scultori. C’è la Sibilla Delfica, l’Ellespontina, la Libica, la Persiana, la Tiburtina e la Samica. 

Due Sibille, una Delfica e una Libica sono presenti anche nella chiesa di San Giovanni e Paolo realizzate per mano dello scultore Alessandro Vittoria mentre nella Scuola Grande dei Carmini c’è un ciclo di dipinti dedicato proprio a queste donne profetiche raffigurate mentre annunciano la venuta della Vergine Maria e di Gesù. 

Personaggi affascinanti e legati a una storia antichissima fatta di miti, leggende e profezie che lasciano traccia della loro importanza in diversi angoli della città lagunare antica, a oggi, ben 1600 anni.