I segreti dell’arte del profumo: il primo ricettario della cosmesi viene stampato a Venezia nel 1555

12 Dicembre 2022

Venezia, 12 dicembre 2022 – La tintura per schiarirsi i capelli e farli diventare biondo come l’oro, oppure come sconfiggere l’alito pesante e mostrare denti sani. Correva l’anno 1555 ed era, per l’Occidente, il primo ricettario ufficiale dell’arte cosmetica. Viene pubblicato a Venezia, da  Francesco Rampazetto, il trattato di Giovanventura Rosetti “Notandissimi secreti dell’arte profumatoria”, cui seguiranno altre due edizioni veneziane, nel 1560 e nel 1678, e una bolognese nel 1672. L’arte dei muschieri e degli spezieri viene tramandata a voce fino alla pubblicazione di questo testo, all’interno del quale sono contenute 330 ricette per profumare persone e ambienti, ma anche anche per la cura della bellezza femminile.   

Nato a Venezia nella parrocchia di San Bartolomeo, Rosetti lavorava all’Arsenale prima come guardiano di notte, poi fante dell’ufficio e mantenne il suo posto in Arsenale fino alla morte, impegnato anche in missioni fuori città.  

Il suo ricettario si distingue dagli altri per il carattere di monografia e per un approccio scientifico, anche se compaiono, fra le ricette, anche preparati curiosi. Quasi tutte le 330 ricette si occupano di profumi e di cosmetici, ma anche inchiostri e tinture. 

Molta attenzione è riservata ai capelli, in particolare alla loro tintura, come la ricetta “A far li capelli biondi come fili d’oro"che prevede di lavarsi i capelli con un preparato ottenuto facendo bollire del porenzuolo, o crespigno, un’erba dai fiori gialli, nella “liscia dolce”, cioè una liscivia debole, ottenuta dalla seconda o terza acqua versata sopra la cenere, e di asciugarsi i capelli al sole. Non mancano le lozioni per i calvi, che garantiscono ottimi rimedi per far ricrescere i capelli.  

Ma si guarda anche al volto, ai denti, con uno spiccato interesse agli accorgimenti per evitare l’alito pesante grazie ai “moscardini”, pasticche odorose che si lasciavano sciogliere in bocca per profumare l’alito.  

Centro dell’arte profumiera d’Europa e del mondo, a Venezia il Cinquecento è il secolo della cosmesi e del profumo, delle creme di bellezza preparate dai muschieri e dagli spezieri per soddisfare il pubblico femminile e maschile. Le ricette più numerose sono quindi quelle per fare olii, acque, paste profumate o "odorifere". Ampia è la varietà di preparati solidi, in polvere o liquidi che servono per profumare gli ambienti e gli oggetti, dalla biancheria agli abiti, i cibi e, per coprire l’odore di concia, gli accessori in pelle.  

Fra le numerose lozioni per il volto c’è quella definita il “secreto occultissimo”, a base di bulbi di giglio, rose selvatiche, radice di serpentaria, ricotta e latte. Il distillato di questa miscela si mescola con pezzetti di polpa di gallina, borace e chiocciole bianche, si distilla per la seconda volta e si unisce con l’albume d’uovo. Il tutto va a bagnomaria, esposto al sole in un vaso ben chiuso e, trascorso qualche giorno, si aggiunge al succo di molluschi e si diluisce in acqua. Il risultato è “l’acqua mirabilissima”, che rende “la faccia chiara et lustra come specchio”.  

Gli ingredienti sono sostanze per la maggior parte di origine animale: trionfa su tutte il muschio, che compare in più di cento ricette, lo zibetto è presente in quarantasei preparati, l’ambra o ambracan in trentasei. Tra le materie di tipo vegetale, importanti sono le resine, prima fra tutte il benzoino che compare in una sessantina di ricette. Oltre al benzoino, molto usati sono lo storace, il legno aloe e una grande varietà di fiori, tra i quali le rose di Damasco, i fiori di arancio e gelsomino. 

Del suo trattato, Rosetti andrà particolarmente fiero per aver composto delle “liscie per la delicatissima testa d’ogni gentilissima madonna, condite con simplici odoriferi” eliminando “le cose che sono nocive”, e per dare dei suggerimenti che si “accostano a la regola di medicina”. 

 

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