Venezia, 15 settembre 2021 - Il comune di Chirignago offre al pubblico un’occasione unica per celebrare i 1600 della città di Venezia facendogli rivivere le tappe della storia delle spedizioni postali all’epoca della Serenissima. Quando la posta era Serenissima è un’esposizione, inaugurata l’11 settembre, che mostra gli antichi mezzi di comunicazione ai tempi della Repubblica di Venezia. Tra lettere, bolli postali e monete provenienti da collezioni private di Mestre, Venezia, Noale, Padova, Sacile, Belluno e Genova, gli appassionati, o i semplici curiosi, potranno rivivere tutto il fascino dei lenti - ma non per questo meno sentiti - scambi di messaggi, informazioni o, semplicemente, emozioni attraverso le lettere spedite tra i veneziani e tutti gli abitanti dei territori della sua Repubblica.
Organizzata dal gruppo culturale Albino Luciani di Chirignago, in collaborazione con il circolo filatelico numismatico di Noale, in occasione della storica “Fiera Franca”, questa mostra è visitabile fino al 26 settembre e ripercorre, attraverso l’esposizione di pezzi rari e inediti, la storia del servizio postale veneto nel periodo dal 1200 al 1797.
Nata da una passione, da un meticoloso lavoro di ricerca e dalla curiosità nei confronti della storia del proprio territorio, Quando la posta era Serenissima è il frutto di un lavoro decennale di studio e collezione di pezzi rari per cercare di dare luce a uno spezzone di storia finora poco noto e approfondito.
Questa esposizione è un viaggio che parte nel XIII secolo, quando la Serenissima iniziò a organizzare il suo efficiente sistema di comunicazione, grazie ad un gruppo di corrieri del Bergamasco. Un’attività che riscosse da subito il consenso della popolazione e grazie alla quale i mercanti veneziani furono in grado di ricevere velocemente notizie provenienti dal Levante, utili nell’acquisto delle merci al momento più favorevole o per spuntare gli affari migliori.
Si tratta, inoltre, di un percorso che guida attraverso la prima tassazione apposta alla corrispondenza, nel 1305, e che mostra la nascita della prima Compagnia dei Corrieri Veneti nel 1489, svelando anche qualche curiosità inedita sulla città di Venezia. È nella Chiesa di San Giovanni Elemosinaro a Rialto, infatti, che risiete, secondo il racconto di Andrea Fusati, organizzatore della mostra e Segretario del Circolo filatelico numismatico di Noale, un piccolo gioiello della città, incastonato e seminascosto ai piedi dell’altare della Cappella dei Corrieri: la lastra marmorea con l’incisione dello stemma della Compagnia dei Corrieri Veneti.
«A dieci anni trovai all’interno di un vecchio libro di mio padre un francobollo, da lì nacque la mia passione - racconta Andrea Fusati -. Per me il bello è proprio lo studio che sta dietro alla conoscenza dei bolli, conoscere a memoria le terminologie, i simboli posti su ogni lettera, su ogni bollo postale, per evitare di spendere un patrimonio in un falso. È da un po' però che i francobolli non mi danno più soddisfazione, la mia ricerca si è concentrata verso un determinato periodo, quello della Repubblica Serenissima, il luogo dove sono nato e cresciuto. Una raccolta di pezzi unici come questa non si era mai vista».
A ogni lettera il suo prezzo di riferimento, e così la decisione di esporre anche una collezione di monete, risalenti al 1079, quando la Serenissima ancora non esisteva, per comprendere meglio i riferimenti alla monetazione dell’epoca usata per la spedizione postale.
«Abbiamo esposto anche il cosiddetto “grosso matapan” - continua l’organizzatore della mostra, indicando alcune monete - emesso a partire dal 1200 durante i Dogi Foscarini, Tiepolo e Morosini. A ogni Doge corrispondeva la sua moneta. Poi ci sono le “oselle”, quelle che originariamente erano delle medaglie che il Doge consegnava ai suoi affezionati al posto della tradizionale anitra detta appunto “osella”, per preservarne l’estinzione causata dall’usanza di donare il volatile come segno di riconoscenza».
«Quello che per me è importante è che la memoria storica rimanga viva - conclude Fusati -. Lo studio delle nostre radici e del nostro passato è qualcosa di indispensabile, che andrebbe studiato fin da bambini a scuola».
L’ingresso alla mostra, nella Sala San Giorgio, in Via del Parroco 7 a Chirignago, è gratuito previo controllo del green pass. L’orario di visita è 10-12/ 16-18.