Venezia, 1 settembre 2021 – Sabato 4 settembre alle 20.30, all’Arsenale di Venezia, si terrà la cerimonia di premiazione della 59esima edizione del Premio letterario Campiello. La cerimonia sarà trasmessa in diretta su Rai 5 e in streaming su Ray Play. I cinque finalisti a contendersi il premio sono: “Il libro delle case” di Andrea Bajani (Feltrinelli), “L’acqua del lago non è mai dolce” di Giulia Caminito (Bompiani), “Se l’acqua ride” di Paolo Malaguti (Einaudi), “Sanguina ancora.
L’incredibile vita di Fëdor M. Dostoevskij” di Paolo Nori (Mondadori), “La felicità degli altri” di Carmen Pellegrino (La nave di Teseo).
ll “Campiello” è un premio letterario di Confindustria Veneto che viene assegnato a opere di narrativa italiana. Istituito nel 1962 per volontà degli Industriali del Veneto con lo scopo di ritagliare un preciso spazio per l’imprenditoria veneta nel mondo culturale italiano. Nella sua storia, il Premio Campiello ha provato la validità delle sue scelte culturali segnalando all’attenzione del grande pubblico numerosi autori e romanzi che hanno segnato la storia della letteratura italiana.
Oggi, nell’anno dei festeggiamenti per i 1600 di Venezia, il Premio Campiello è alla sua 59esima edizione: la prima “volta” risale al 1963 ed ebbe come sede l’isola di San Giorgio. Il romanzo vincitore fu “La Tregua” di Primo Levi.
Il primo veneziano ad aggiudicarsi il Premio Campiello è stato lo scrittore Alberto Ongaro che ha conquistato tutti con il suo romanzo “La Partita” nel 1986. Serviranno altri 35 anni per arrivare ad un nuovo successo veneziano con Andrea Molesini e il suo “Non tutti i bastardi sono di Vienna” ad aggiudicarsi l’edizione 2011.
Nel 1964 a vincere il Premio Campiello fu “il Male Oscuro” di Giuseppe Berto originario di Mogliano Veneto, autore in seguito del romanzo breve “Anonimo Veneziano” pubblicato nel 1976.
Il Premio, in seguito, è stato ospitato nel corso degli anni in contesti tra i più rappresentativi della storia e della cultura della città: dal Teatro La Fenice a Palazzo Ducale, palcoscenici di una città unica e sui quali ancora oggi si avvicendano i più importanti nomi della cultura.
Oggi il Premio, ritenuto uno tra i più prestigiosi d’Italia e tra i più importanti nel panorama editoriale italiano, è un canale con il quale gli Industriali Veneti intendono offrire il loro contributo alla promozione della narrativa italiana, incentivare e diffondere il piacere per la lettura con la convinzione che un premio trovi la sua massima ragion d’essere nel “creare nuovi lettori”.
La formula per decretare il vincitore non è mai cambiata nel corso delle numerose edizioni ed è frutto del lavoro di una duplice giuria, una tecnica e una popolare. La prima preposta a nominare i cinque finalisti scelti tra quanti, secondo i termini del bando di concorso, vengono indicati ammissibili al premio; la seconda, che varia ogni anno e composta da 300 lettori, chiamati a scegliere il vincitore, e i cui nomi rimangono segreti fino alla sera della cerimonia, a garantire la totale indipendenza di giudizio.
Nel tempo, il Premio Campiello si è sviluppato in molte altre iniziative al servizio della letteratura e della cultura intese nella loro più ampia accezione. Per questo l’attività del Premio non si esaurisce nella fase ufficiale della cerimonia conclusiva, ma al contrario punta a conservare una funzione di servizio culturale permanente, durante tutto il corso dell’anno.
Si tratta di attività e riconoscimenti finalizzati ad amplificare la comunicazione e a coinvolgere un pubblico più vasto in questa importante operazione culturale. Il Concorso Campiello Giovani e il Campiello Europa ne sono due esempi importanti.
La curiosità: l’origine del nome
Nato a Venezia, il Premio aveva bisogno di un simbolo veneziano: il copyright è di Edilio Rusconi, allora giornalista e non ancora editore, che fece parte delle prime giurie e che trovò nel tipico spazio della vita pubblica veneziana, il campiello appunto, lo spunto giusto per definire una manifestazione culturale. Il nome doveva sottolineare la partecipazione decisiva di 300 lettori per la scelta del vincitore, la Giuria popolare, e il legame con la città in cui il Premio è nato.
Il campiello, infatti, nella tradizione veneziana ha sempre rappresentato il luogo d’incontro, di scambio culturale e mercantile per eccellenza.
Il nome "Campiello" richiama anche l’idea del teatro di Carlo Goldoni: la Venezia settecentesca delle calli e dei campielli, col suo mondo affollato da personaggi di ogni ceto sociale di cui l'autore seppe ben rappresentare vizi e virtù. E così nome e legami tornano anche nel Premio che viene consegnato al vincitore. Il Premio che viene attribuito al vincitore è la riproduzione in argento del pozzo veneziano ancora presente in molti campielli, “la vera da pozzo”; fondamentale per la città in quanto unica fonte di approvvigionamento dell’acqua potabile. Iconograficamente il premio si ispira alla vera da pozzo di San Trovaso nel sestiere di Dorsoduro a Venezia.