Venezia, 29 giugno 2021 – L’obiettivo è di contribuire, con proposte tangibili, ad affrontare la destabilizzazione e i pericoli causati dall’innalzamento dei mari, dalla devastazione ecologica degli oceani e dalla fragilità e volatilità dell’economia, derivanti dall’imprevedibilità e dalle imponenti trasformazioni dell’ambiente marino. Si potrà visitare fino al 29 agosto “Territorial Agency: Oceans in Transformation”, la mostra organizzata da Open Space nell’ex Chiesa di San Lorenzo per celebrare i 1600 anni di Venezia, che pone un particolare accento sul futuro di Venezia. A cura di Daniela Zyman, commissionata da TBA21−Academy e co prodotta con Luma Foundation, rappresenta uno degli studi più dettagliati sullo stato degli oceani dell’Antropocene, risultato di un progetto di ricerca durato tre anni.
La mostra inaugura la terza stagione di Ocean Space, il forum di TBA21–Academy per la ricerca, l’alfabetizzazione e il sostegno di tematiche oceaniche attraverso l’arte a Venezia. Seguendo sette traiettorie spaziali, i dati vengono visualizzati su trenta grandi schermi che invitano gli spettatori a tracciare l’impatto delle attività umane sul sistema oceanico. Una delle traiettorie della mostra - dal Mare del Nord al Mar Rosso - è imperniata e ruota fuori da Venezia e dalla sua laguna. Il rapido innalzamento del livello del mare, la pesca eccessiva e l'’strazione petrolifera delle piattaforme continentali e le nuove protezioni e infrastrutture marittime si intrecciano in questo tratto di mare con le complesse turbolenze che caratterizzano il Nord Africa, l’Europa e l’Asia contemporanee. Dalle acque del Corno d’Africa, attraverso il Mediterraneo e fino al Mare del Nord, grandi cambiamenti sono legati a eventi di piccola scala, come l’acqua alta di Venezia del 2019, il rilascio di acque di zavorra, l’aumento del numero di specie invasive, o neobiota, e i complessi anelli della migrazione umana e della catena globale di approvvigionamento di petrolio e merci.
Attingendo agli ultimi studi, il progetto vuole generare una profonda consapevolezza rispetto al ruolo degli oceani nella sopravvivenza del pianeta. Partendo da un’analisi dell’innalzamento globale del livello del mare, uno dei segni più visibili dell’emergenza climatica, “Oceans in Transformation” considera gli oceani come un sensorio, un corpo sensibile che reagisce all’intensificarsi delle attività umane, registrandone gli effetti e assorbendoli all’interno della circolazione globale oceanica, dei suoi ecosistemi e delle sue dinamiche. Allo stesso tempo l’oceano viene analizzato e registrato da una molteplicità di attori culturali, economici, scientifici, legali e ambientalisti che cercano di studiarne i cambiamenti. L’individuazione di queste trasformazioni pervasive stabilisce un’agenda completamente nuova che riconosce necessità umane e non, basata su immaginazione, lungimiranza e profonda cura.
La mostra sarà visitabile fino al 29 agosto, dal mercoledì alla domenica dalle 11 alle 18, e resterà aperta anche in occasione della Biennale di Architettura, collegando e contestualizzando la mostra con la ricerca di Territorial Agency, selezionata per essere ospitata nel padiglione centrale intitolato “As One Planet”, assieme alle opere, tra gli altri, di Olafur Eliasson, Sheila Kennedy e James Wescoat.
Per informazioni: www.ocean-space.org