La moda veneziana ha radici lontane ed è stata, per secoli, lo specchio del dominio e della potenza della Repubblica Serenissima. Città capace di anticipare le tendenze, ha saputo esprimere l’eccellenza delle maestranze artigianali locali che sono diventate uno dei capisaldi dell’economia della Repubblica. Qui sono nate le corporazioni delle arti e dei mestieri, tutelate dal governo che ne custodiva i segreti e la qualità della sua manifattura, e da questo patrimonio di conoscenze, lungo i suoi 1600 anni, Venezia ha sempre saputo esprimere il meglio nei costumi, nei profumi, nelle calzature, nell’idea di eleganza che ha dettato per secoli le regole del vivere in laguna.
E se il cambiamento economico e sociale e la politica costituiscono tappe fondamentali nella storia della moda e del costume, è lo sviluppo degli scambi commerciali a far diventare Venezia il centro di irradiazione di conoscenze tecniche e di maestranze specializzate. Già dal dodicesimo secolo Venezia ha un ruolo importante nello sviluppo della moda europea. I traffici marittimi con l’Oriente consentono alle donne e agli uomini della Serenissima di scoprire tessuti e broccati mai visti, stoffe preziose e soffici velluti, che vengono poi elaborati a Venezia e commerciati nel resto d’Europa, facendo gola anche alle corti più ricche, come quella francese. Il merletto, prodotto in patria, diventa una manifattura richiesta in tutto l’occidente per adornare le vesti e le camicie di sovrani e nobili.
Venezia segue le mode che vengono importate soprattutto dalla Francia, ma non si standardizza e resta libertina. Donne e uomini della Serenissima, nonostante i divieti e i tentativi di arginare l’effimero e l’ostentazione del lusso, colgono le novità dai mondi lontani e gareggiano per avere i tessuti più belli, i parrucchieri più bravi, gli spezieri meglio forniti. Gli abiti sono sontuosi, accompagnati da parrucche, scarpe alte 50 centimetri, gioielli e trucco bianco per apparire belle e giovani. A Venezia nasce il profumo moderno, che verrà conservato in preziose boccette e trasportato nelle corti più ricche di tutta l’Europa.
Nel Cinquecento le veneziane invece che chiudersi negli abiti rigidi e accollati, come volevano le tendenze spagnole, si mostrano con vesti scollate e col busto aperto sul decolleté. Nel Settecento, Parigi continuerà a dettare le regole della moda, ma l’unica città italiana ad avere il suo stile sarà ancora Venezia, con i suoi tessuti, le sue sete e i suoi ricami.
E allora inizia da qui un viaggio tra profumi e belletti, stoffe e calcagnini, per raccontare il gioco della seduzione e del potere di una città che è stata pioniera anche nell’industria della moda.