Il Lido di Venezia attraverso i secoli, da prima linea di difesa della città ad elegante e raffinata meta di svago

4 Luglio 2022

Venezia, 4 luglio 2022 – Una sottile lingua di terra della lunghezza di circa 12 chilometri, delimitata dai porti di San Nicolò a nord e Malamocco verso sud, si frappone tra la laguna e il mare Adriatico. In passato si è rivelata di vitale importanza per Venezia, essendo la sua prima linea di difesa sia contro le incursioni dei nemici che contro la furia delle onde del mare. Nel presente, invece, è la spiaggia dei veneziani per eccellenza, pervasa da un’atmosfera più tranquilla e raffinata, complici anche le eleganti architetture Liberty che impreziosiscono i suoi viali. Queste sono solo alcune delle caratteristiche del Lido di Venezia, una delle isole più grandi del territorio lagunare. Oggi, in occasione dell’inizio della stagione estiva, cominciamo un lungo viaggio alla scoperta delle innumerevoli tracce del suo ricco e millenario passato.

Numerose fonti storiche raccontano di come questo luogo di poco distante da Venezia sia stato abitato, seppur scarsamente, fin da tempi antichissimi. Attorno al Mille si ebbero infatti i primi insediamenti nella parte settentrionale dell’isola con la realizzazione dell’abbazia benedettina e la chiesa di San Nicolò, dedicati al santo protettore dei marinai. Sebbene l’edificio attuale sia di origine secentesca, al suo interno si possono ancora ammirare elementi della struttura originaria risalente al XI secolo, come una porzione del pavimento mosaicato e una parte della navata destra. In quanto primo punto d’accesso al mare, un tempo per pescatori, commercianti e soldati non era affatto raro prendere il largo dal Lido, e per questo motivo il campanile della chiesa è stato a lungo simbolo della partenza verso terre lontane e del ritorno a casa. Ciò accadde ad esempio nel 1202 alla vigilia della Quarta Crociata, quella che poi portò Venezia ad avere il completo dominio sull’Adriatico e sull’Egeo, quando proprio qui si accamparono 30.000 crociati, in attesa di imbarcarsi verso la grande avventura.

Poco distante dalla chiesa di San Nicolò sorge un altro sito dall’importante valenza religiosa: come si legge sulla targa marmorea al suo ingresso, si tratta dell’Antico Cimitero Israelitico, un piccolo appezzamento di terra che la Serenissima assegnò alla comunità ebraica di Venezia nel lontano 1389. Considerato una delle primissime testimonianze di una radicata presenza ebraica nella città lagunare, il luogo di sepoltura è mutato innumerevoli volte nel corso dei secoli, ampliandosi fino a raggiungere la sua massima espansione nel 1641. Dopo grossi danni e perdite causate dalle costruzioni di nuove fortificazioni difensive, nel 1774 il governo veneziano concesse un nuovo spazio per la sepoltura dei membri della comunità, conosciuto come “Cimitero Nuovo”.

Nonostante il Lido sia stato a lungo un’area poco vissuta, paludosa e malsana, col tempo ha saputo diventare un tassello fondamentale del sistema difensivo della Repubblica di Venezia, grazie alla costruzione di diversi forti militari. Primo tra tutti quelli presenti nella laguna, sia in quanto a data di realizzazione che per dimensioni, si ha il Forte di San Nicolò, situato all’estremità nord dell’isola. Già esistente nel XII secolo, poi rinnovato all’inizio del XVI secolo dal celebre architetto militare Michele Sanmicheli, ospitò la caserma dei Fanti da Mar, uno dei più antichi corpi di fanteria di marina della storia, istituito dalla Serenissima per essere impiegato nel combattimento navale e nelle operazioni di sbarco. Molti sono poi i forti di successiva realizzazione che hanno contribuito a rafforzare l’immagine del Lido di baluardo della Repubblica a difesa delle invasioni provenienti dal mare: Santa Maria Elisabetta e Quattro Fontane, che purtroppo sono andati distrutti, oltre a Cà Bianca, Terre Perse, Malamocco, San Leonardo e Alberoni, che invece sono rimasti attivi fino al 1945.

L’isola veneziana è stata ugualmente strategica per la salvaguardia della città rispetto alle forti condizioni atmosferiche e alle mareggiate. A questo scopo, furono eseguiti grandi lavori di ingegneria idraulica come i Murazzi, l’imponente opera in pietra d'Istria che ancora oggi si estende per 5 chilometri, da Ca’ Bianca fino agli Alberoni. Prima di essi, la spesa che ogni anno veniva sostenuta dalla Serenissima per difendere la laguna dalla furia delle mareggiate era altissima: nei punti dove si presentava maggiore pericolo e danno, si cercava di provvedere con le palade, delle palafitte rinforzate con sassi la cui durata era però assai breve. Nel Settecento si decise di affidare a Bernardino Zendrini la costruzione di un nuovo e più stabile metodo di difesa, costituito da una muraglia di blocchi di pietra d’Istria. L’impresa iniziò nel 1744 e fu completata nel 1782; successivamente, i Murazzi vennero danneggiati dalle mareggiate nel 1825 e soprattutto il 4 novembre 1966, quando il loro cedimento fu una delle cause dell'eccezionale acqua alta che sommerse Venezia.

Un punto di svolta fondamentale nella storia del Lido di Venezia venne infine raggiunto tra il Sette e Ottocento. Il suo ruolo militare iniziò a passare in secondo piano, sebbene le attività di fortificazione continuarono, e fu sempre più apprezzato da artisti e scrittori come meta di svago e residenza, specialmente per la sua atmosfera romantica e decadente.

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