Venezia, 25 maggio 2021 - Continua il dialogo tra passato e presente nella scena culturale veneziana con due nuovi progetti, inaugurati il 19 maggio 2021, che vedono come protagonista uno dei palazzi più maestosi della città. Sullo sfondo delle sale rinascimentali di Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa, prende vita la mostra Domus Grimani. La Sala del Doge, il riallestimento di uno degli ambienti più evocativi del palazzo che punta a far tornare il pubblico a respirare tutto lo splendore rinascimentale che ha dominato questo luogo per lungo tempo. Se da un lato questa mostra rievoca il passato, dall’altro la seconda esposizione del palazzo, Archinto, punta dare spazio al presente con i lavori dell’artista tedesco Georg Baselitz, alcuni dei quali realizzati per il palazzo stesso che resteranno in comodato d’uso al museo concessi dall’artista con uno speciale accordo. Entrambe le mostre rientrano nel programma ufficiale delle celebrazioni per i 1600 anni di Venezia.
Domus Grimani. La Sala del Doge
Il ricollocamento della statuaria greca e romana, oggi protagonista della mostra nella Sala del Doge di Palazzo Grimani, nasce dalla collaborazione tra la Direzione regionale Musei Veneto e la fondazione Venetian Heritage. Questo progetto punta a dare un nuovo respiro e una rinnovata chiave di lettura a un ambiente rimasto fermo per diverso tempo, diventando l’elemento cardine di una strategia di valorizzazione di un luogo chiave della storia veneziana. Con il riallestimento delle statue parte della collezione Grimani continua il progetto iniziato con la mostra “Domus Grimani 1594-2019”, inaugurata nel maggio di due anni fa, con il riallestimento della Tribuna del patriarca Giovanni Grimani.
Il lavoro di ricollocamento delle statue nella Sala del Doge, creata contestualmente ai lavori di ampliamento del palazzo per volontà di Giovanni Grimani e di suo fratello Vettore, sono stati effettuati secondo un attento studio delle fonti storiche, tra cui anche il testamento dello stesso Giovanni Grimani, la lettura di diverse descrizioni storiche e l’analisi di alcune fotografie di fine ‘800 ritrovate recentemente negli archivi della National Gallery di Washington. Ed è così che, i curatori della mostra Daniele Ferrara, direttore della Direzione regionale Musei Veneto e Toto Bergamo Rossi, direttore di Venetian Heritage, hanno ricollocato nella Sala del Doge venti sculture, tra cui il gruppo Dioniso appoggiato a un satiro di epoca romana imperiale, nella nicchia della parete frontale. Ulteriori undici sculture sono state posizionate nelle sale attigue: sei nel vestibolo, una nel Camerino di Callisto e quattro nella Sala di Psiche.
Ad accompagnare questa esposizione statuaria della Sala del Doge di Palazzo Grimani c’è la pubblicazione edita da Marsilio che completerà il corpus editoriale sul Museo iniziato con la mostra DOMUS GRIMANI 1594-2019 attraverso una campagna fotografica realizzata per l’occasione.
Questa operazione, prodotta da Civita Tre Venezie e finanziata da Venetian Heritage e dal Ministero della Cultura, in collaborazione con Gagosian e Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte con la partecipazione di diversi mecenati, sancisce la collaborazione tra pubblico e privato nella salvaguardia e nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico di Venezia.
Archinto di Georg Baselitz
Contestualmente al riallestimento della Sala del Doge, Palazzo Grimani ospita anche la mostra Archinto, a cura di Mario Codognato con i nuovi lavori dell’artista tedesco Georg Baselitz. L’esposizione, prodotta da Gagosian in collaborazione con Venetian Heritage, è allestita nel piano nobile del museo con dodici tele realizzate appositamente per la Sala del Portego collocate nelle originarie cornici settecentesche a stucco, che ospitavano, fino all’800, i ritratti della famiglia Grimani. Queste opere resteranno in comodato d’uso al museo con una collaborazione, tutta nuova per Venezia, tra un artista contemporaneo e un museo statale.
Georg Baselitz, in questa mostra, rende omaggio a Venezia e alla sua tradizione artistica creando delle opere che da un lato creano una continuità storica e dall’altro segnano una rottura con il passato dove viene messa in discussione, con l’approccio vigoroso di Baselitz, la ritrattistica rinascimentale con le innovazioni degli equivalenti contemporanei. Il titolo della mostra e gli stessi lavori dell’artista tedesco prendono spunto dal ritratto del 1558 del Cardinale Filippo Archinto realizzato da Tiziano.
Baselitz, così, porta la sensibilità dei Maestri del passato in un contesto attuale alludendo al tema della mortalità umana e sfruttando la sua passione per le tecniche di incisione.
La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue con testi di Toto Bergamo Rossi, direttore di Venetian Heritage, Mario Codognato, curatore della mostra, Ester Coen, storica dell’arte, e Georg Baselitz stesso.