Intellettuale progressista e docente rivoluzionaria: la storia della veneziana Franca Trentin

19 Luglio 2022

Venezia, 19 luglio 2022 - Franca Trentin è stata un’insegnante ma anche una rivoluzionaria, un’intellettuale e un’attivista che ha preso parte alla Resistenza francese e il cui impegno è stato premiato con la Croix de la Résistence che le venne conferita direttamente da Charles De Gaulle. Orgoglio, sacrificio, dedizione e responsabilità sono stati i cardini su cui Franca, nata a Venezia più di cento anni fa, ha costruito la sua vita di donna libera.  

Non ci si doveva far ingannare dagli occhi chiari e dal viso gentile, dietro ai quali si celava un carattere forte e tenace. Era rigorosa e severa come la madre quando doveva preparare anche il più piccolo dei tanti interventi accademici che teneva come insegnante, e coraggiosa come il padre quando lottava per la sua indipendenza e per l’emancipazione di tutte le donne.  

Aveva solo sei anni Franca quando fu costretta a cambiare vita, a lasciare la sua Venezia e le comodità di cui poteva godere al tempo una famiglia benestante per scappare a Pavie, a causa delle rigide leggi del regime fascista che obbligarono il padre Silvio, professore universitario, volontario nella Prima guerra mondiale e deputato, ad esiliare in Francia e a reinventarsi partendo dall’agricoltura.  

La tenacia, la dedizione, il lavoro e poi lo studio, erano i valori che Franca aveva imparato guardando il padre affrontare la vita, e ha inizio proprio tra i banchi di scuola francesi la consapevolezza di Franca per l’importanza di questi valori, che diventeranno in seguito i cardini su cui baserà la sua vita accademica e privata. «Sono una donna che lavora, felice» dirà infatti di sé stessa qualche anno dopo, cosciente che l’unica via per l’emancipazione femminile passava per il lavoro e l’impegno.  

La vita in Francia è stata per lei difficile, a tratti crudele. Dai continui cambiamenti di città, a cui una bambina faticava ad abituarsi alle umiliazioni subite per essere italiana, cittadina di un paese in cui regnava il fascismo. Franca subì scherni quasi quotidianamente, tra i banchi di scuola e per le vie della città, ma il padre Silvio, colto, forte e protettivo, fu il suo filtro per capire il mondo e per allontanare da sé insulti e prese in giro.  

Nel frattempo, a Tolosa, Franca cresceva attorniata dalla sua famiglia e dagli amici del padre, scrittori, filosofi, e pensatori in fuga dalla madre patria e che trovavano rifugio nella sua casa, e nella libreria di Silvio. Tra un esame e l’altro Franca iniziò a lavorare accettando diverse supplenze di insegnamento, piccoli impieghi come segretaria del Rettore della Facoltà, incarichi come sorvegliante nelle colonie estive, interprete e traduttrice. Come il padre prima di lei, non rinunciò alla sua indipendenza e alla sua libertà, adattandosi a tutto pur di preservare entrambe.  

A poco più di trent’anni, due lauree, un figlio e un matrimonio, Franca iniziò ad insegnare, riversando in questa professione tutto il suo vissuto e i suoi valori. Insegnò a Digione, alla Sorbona e al Ministero degli Affari esteri francese prima di approdare all’Università Ca’ Foscari, la stessa in cui aveva insegnato suo padre qualche decennio prima. Nei suoi vent’anni di insegnamento qui, nella sua città, Franca portò un vento di entusiasmo, di apertura al mondo e un’idea nuova e forte della libertà femminile, figlia del lavoro, della conoscenza e del sacrificio.  

Coraggio, resistenza e dedizione hanno contraddistinto la storia di una docente rivoluzionaria e intellettuale progressista che ha vissuto tra la Francia e l’Italia, diventando una delle più grandi protagoniste della storia di Venezia e dell’Italia intera.  

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