Donne sante dee, in una guida il lato femminile di Venezia lungo 1600 anni storia

28 Settembre 2021

Venezia, 28 settembre 2021 – Sportive, di grande levatura culturale, pittrici, scrittrici, oppresse ma libere dentro. A queste figure è dedicato il volume “Donne sante dee. Guida ragionata alla città”, il volume che porta la firma delle giornaliste e scrittrici Antonella Barina e Daniela Zamburlin e che verrà presentato giovedì 30 alle 17.30 all’Ateneo Veneto all’interno delle celebrazioni per i 1600 anni dalla fondazione di Venezia. 

Un libro è una guida non solo ai luoghi ma anche alla storia della città lagunare dalle sue origini, raccontata in prospettiva di genere, ricordando le donne più famose della storia di Venezia attraverso un nutrito repertorio – che arriva fino al Novecento – di presenze femminili diversissime tra loro per condizione, professione e vocazione. Le autrici portano così alla luce il loro valore, le loro competenze e il ruolo svolto nella società, brillando di luce propria e non riflessa.

Dalle pagine emergono i volti di Luisa Bergalli, che curò la prima antologia di poesie di rimatrici mai realizzata prima da una donna, o di suor Arcangela Tarabotti, che sfidò con parole di fuoco il Senato della Repubblica sulla monacazione forzata, tanto da arrivare a dare alla stampa un’opera sul tema. E ancora la pittrice Bice Lazzari, astrattista precoce e in contrasto con la cultura accademica, la dogaressa Giovanna Dandolo nota per aver sostenuto l’arte della stampa e del merletto, fino a Maria Boscola da Marina di Chioggia, la più famosa regatante veneziana che nelle regate si qualificò ininterrottamente, in un arco di 44 anni, molte volte al primo posto.  

Arricchita da circa 500 fotografie di diverse autrici e autori – con più di 150 ritratti originali della disegnatrice spagnola Eva Martìnez Souto – la guida parte dalle figure femminili per indirizzare sia ai grandi monumenti noti in tutto il mondo, sia ai labirinti della Venezia meno conosciuta, suggerendo reti di relazioni tra le stesse protagoniste.

A ciascuna delle 154 veneziane di cui la guida si occupa è dedicato un capitolo composto da due schede: una scheda riguarda la protagonista, l’altra il luogo a lei attribuito con corredo di notizie e informazioni a volte inedite. Le schede hanno un ordine cronologico di nascita, con alcune eccezioni: per le dogaresse è valso l’inizio di reggenza; per miti e leggende la loro rispondenza; per le agiografie di sante e beate l’attestazione del culto in città; per le protagoniste di fatti specifici l’anno in cui si sono verificati. Nelle schede relative a monumenti e luoghi, tra i quali sono inseriti anche parchi e giardini cittadini e aree lagunari, è indicato il sestiere in cui si trovano per consentire a chi consulta la guida di costruire itinerari personalizzati. 

Come ricordano le autrici, “le protagoniste dei vari settori per noi sono tutte illustri per le loro vicende umane, i loro destini e i loro desideri: le dogaresse quanto le popolane, le vetraie e le letterate, le regatanti e le artiste, le patriote e le senza patria, le cortigiane e le fondatrici di conventi, le progressiste e le conservatrici, ecc. Anziché classificarle in base al ruolo, ci siamo concentrate su ciò che stava loro a cuore, sulla ricerca delle relazioni tra loro intercorse, sull’interdipendenza di vite ed eventi, narrando in tanti spaccati quell’unico straordinario affresco che è Venezia. Ad alcune più che ad altre ci sentiamo vicine, soprattutto a quelle che hanno operato anche per le altre donne, speriamo di essere riuscite a trattare tutte con equidistanza e rispetto. Con altrettanto riguardo ci siamo avvicinate sia alle dee che alle sante, imperanti nel contesto cittadino”.