Alla Bucintoro di Venezia si inaugura una nuova batea a coa de gambaro, imbarcazione storica simbolo di tradizione e rinascita della città

26 Marzo 2022

Venezia, 26 marzo 2022 - Ha la poppa rialzata che ricorda la coda di un gambero da cui prende il nome. È lunga 9 metri e 50 ed è interamente realizzata a mano. Ha una struttura in mogano e ospita quattro forcole che vedono la firma di uno degli ultimi maestri remeri della città, Saverio Pastor. È la nuova batea a coa de gambaro della Reale Società Canottieri Bucintoro di Venezia che sarà inaugurata oggi, sabato 26 marzo alle ore 11.00 presso la sede della remiera più antica di Venezia in Fondamenta delle Zattere.

A realizzarla, a mano, nell’arco di un anno e mezzo, è stato Marco Regazzi, grande appassionato di barche e “ingegnere meccanico autodidatta” come tutti i suoi amici amano chiamarlo. Marco ha passato ore e ore in un piccolo cantiere navale ricavato all’interno della sede della remiera Bucintoro per portare a termine, affiancato dal carpentiere Sebastiano Faggian, un progetto importante per la società così come per la città intera: la ricostruzione storica di un’antica imbarcazione veneziana che tornerà a scorrere sulle acque di una città antica 1600 anni.

«L’idea per la realizzazione di questa batea ci è venuta dopo l’acqua alta del 2019 ed è stata proprio questa tragedia a darci la spinta per reagire e dare alla Bucintoro e a Venezia un motivo per portare avanti un suo pezzo di storia - commenta Marco Regazzi - Io mi dedico da sempre, per hobby, alle costruzioni navali e specialmente le ricostruzioni storiche delle barche tradizionali veneziane. In questo caso abbiamo scelto di realizzare una batea, barca tipica veneziana da trasporto che mancava all’interno della nostra società ed erano anni che mancava anche dalle acque della laguna veneziana. Per questo motivo abbiamo deciso di farla tornare a vivere nel presente e, si spera, anche nel futuro di Venezia»

La batea è una barca storica veneziana che in passato veniva utilizzata esclusivamente per il trasporto merci e aveva la caratteristica di venire affittata dai veneziani. Nessuno, infatti, ne possedeva una personale. I luoghi destinati all’affitto di queste imbarcazioni venivano chiamati “fitabatee” ed erano dei veri e propri noleggi di barche dove il cliente sceglieva la dimensione dell’imbarcazione da prendere in base al carico di materiale che doveva trasportare. Queste barche, infatti, potevano avere varie lunghezze che ne aumentavano o riducevano la portata. 

«Una volta scelto di realizzare la batea a coa de gambaro l’unica cosa che ci mancava era il progetto - racconta Marco Regazzi - Fortunatamente abbiamo trovato un libro francese intitolato “Bateaux de Venise” che ne conservava uno originale del ‘900 e da lì è partito tutto. Da questo libro abbiamo ricavato dei disegni per poter ricostruire questa barca e da qui abbiamo iniziato a creare il piano dei tracciati e via via tutto il resto. Per quanto riguarda i materiali è stato utilizzato il mogano sapelli, un tipo di legno esotico che ha la grande capacità di resistere alle muffe che deteriorano il legno. La particolarità di questa batea è che, anche se non è l’unico modello esistente in città, è per certo l’unica ricostruita fedelmente su un progetto del 1920»

Marco ha lavorato a questo progetto dall’inizio alla fine, con grande passione seguendo da vicino tutte le fasi di costruzione della barca. È partito da un progetto per passare poi alla creazione di un piano dei quinti, cioè il disegno di tutte le ordinate della barca. Fatte le ordinate, queste sono state messe in sequenza su una traccia, poi è stata realizzata una gabbia e successivamente è stato incollato sulla gabbia il fasciame utilizzando una resina epossidica che permette una perfetta adesione dei materiali. Fatto questo è stata capovolta la barca, attaccato il fondo e poi sono state realizzate tutte le altre parti accessorie come la poppa, la prora, le coperte i fori per le forcole, le forcole, i remi e così via. 

«Io ho imparato a fare le barche semplicemente andando a curiosare da bambino nei cantieri - rivela Marco - Vedevo come facevano gli altri ed è così che ho imparato. Ho sempre avuto questa passione fin da ragazzino e quando ero piccolo di cantieri navali ce n’erano da tutte le parti a Venezia. Bastava accedere, guardare, curiosare e da lì potevi scoprire i trucchi del mestiere. Io, poi, ho sempre vogato e continuo a farlo tutt’ora. Sono socio della Bucintoro da 60 anni e questa barca che ho appena realizzato è destinata a tutti coloro che amano la voga tanto quanto me o a chi, incuriosito da questo particolare modo di remare in piedi, abbia voglia di imparare una tradizione antica e affascinante come questa»

Con l’avvento delle barche a motore, le batee e i fitabatee sono scomparsi dalla città continuando a esistere solo nella memoria dei veneziani, all’interno di qualche remiera o sulle foto della Venezia di una volta. Oggi, però, Marco Regazzi, insieme alla Reale Società Canottieri Bucintoro che ha finanziato il progetto, ha fatto tornare a vivere, in città, un pezzo di storia importante permettendo ai giovani o a tutti quelli che non conoscevano questa imbarcazione, di imparare qualcosa di nuovo sulla storia della città e del suo mondo fatto di forcole, remi e onde da domare. Così, salendo a bordo di questa nuova batea a coa de gambaro, chiunque potrà tornare ad assaporare, anche se solo per il tempo di una vogata, tutto il fascino dell’antica tradizione remiera di Venezia. 

 

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