Venezia, 17 settembre 2021 – Ad Altino si trovano le radici più antiche e profonde di Venezia. Nel luogo simbolo in cui si fanno risalire quelle che sono le origini della città lagunare domenica 19 settembre alle ore 17 si terrà il concerto “Otto stagioni”, ideato per celebrare i 1600 anni dalla fondazione della città lagunare. Interamente organizzato dall'associazione ASD Cavanisti 75, nel cortile della chiesa di San Eliodoro, risuoneranno le “Quattro stagioni” di Vivaldi insieme a quelle di Piazzolla, interpretate dal gruppo “Alma migrante”, in un evento nato per festeggiare Venezia e le sue origini.
Come Venezia e prima di Venezia, Altino era una città sull’acqua, una città portuale che oggi nasconde un tesoro che vale più di 2000 anni, e di questo tesoro, della Venezia invisibile, il parroco don Gianni Fazzini si definisce come un piccolo promotore che da vent’anni tiene viva la memoria del sito archeologico più grande del Veneto.
«Nei 1600 anni di Venezia non ci sono leggende ma storia vera, documentata – racconta don Gianni -. Ci sono molte tracce che ci fanno capire che Altino è stata molto importante per Venezia».
I primi innesti risalgono al 1000 a.C., quando i veneti, abili navigatori, iniziarono a popolare la zona e fu proprio la loro conoscenza della navigazione, conservata poi nei secoli, che valse e varrà a questa città l’acquisizione di molte e preziose conoscenze che tutt’oggi la rendono famosa nel mondo. «I veneti, nei loro viaggi verso la Siria, scoprirono che era possibile fondere la silice per fare il vetro e dunque, già nel 3 a.C., ad Altino, si lavorava il vetro – ricorda don Fazzini -. Le murrine, ad esempio, sono state inventate proprio qui».
Non solo arti ma anche tecniche per migliorare la struttura urbanistica dell’antica Altnoi, che verranno utilizzate poi nella futura Venezia, furono importate dai veneti. «Dalle città del Nilo, i veneti impararono come implementare la rete fognaria. Capirono – spiega don Gianni - che le città erano salubri e che per rendere salubre anche Altino avrebbero dovuto costruire dei canali collegati al Mar Mediterraneo che, attraverso le maree, avrebbero garantito il ricircolo dell’acqua e dunque, una città pulita». Anche la struttura delle fondamenta, attraverso l’utilizzo del legname, considerato come l’oro verde nel periodo di massimo splendore della Repubblica Serenissima, venne sperimentato per la prima volta proprio ad Altino nel 1 d.C., per sorreggere la porta acquea, l’ingresso alla città.
Quella di questo borgo è una lunga storia di tradizioni, anche Cristiane, e che vede proprio nella figura di un uomo, Eliodoro, Santo a cui è dedicata la chiesa di Altino, l’anello di congiunzione con Venezia. «La storia dei 1600 anni si colloca nel momento di passaggio che Altino ha vissuto quando nel 400 d.C la grande Roma, che dominava rispettosamente le terre di Altino già dal 128 a.C., non era più in grado di sostenere questa città. Fu proprio in questo momento che Altino trovò l’energia per ricominciare con le proprie forze – chiosa don Gianni – grazie a Eliodoro».
La storia di Eliodoro, come quella di Altino, è tutta da scoprire, ed è la storia di un giovane uomo che, in un tempo di profondo cambiamento, riuscì a guidare e risollevare la sua città. Eliodoro fu il promotore di una fiorente comunità che, anni dopo, si sposterà nell’isola di Torcello e nella quale tutt’oggi, nella Basilica di Santa Maria Assunta, si conservano le spoglie del Santo.
Il legame tra Altino e Venezia è molto profondo, radicato come le radici delle querce secolari sono radicate nel sottosuolo e la cui grandezza è, seppur nascosta, innegabile. Ritroviamo Altino e la sua storia nei campi, nei campielli, nelle corti e nei palazzi della Venezia di oggi, perché proprio nel 639 d.C. questo piccolo borgo divenne un luogo da cui attingere per reperire materiali strutturali usati per costruire edifici Veneziani.
Nonostante i primi scavi archeologici siano iniziati più di cento anni fa per una pura fatalità, durante la costruzione delle trincee in preparazione al primo conflitto mondiale, molto di quello che fu Altino resta ancora da scoprire, e l’augurio di don Gianni Fazzini, promotore e custode della storia di Altino, è proprio quello di continuare a scoprire e valorizzare le radici più antiche e profonde della città di Venezia.