Venezia, 1 settembre 2021 – Tre esposizioni per raccontare con le immagini, in tre luoghi diversi, la città e l’architettura di Venezia. In occasione dei 1600 anni di Venezia, Fondazione Venezia – in collaborazione con M9 Museo del ’900 e Circolo Fotografico La Gondola – celebra questo importante anniversario del capoluogo lagunare attraverso l’iniziativa “Istantanee di Venezia”, un progetto culturale che vede la fotografia come protagonista dell’espressività della dimensione più spettacolare e senza tempo di Venezia.
Le tre esposizioni saranno ospitate nella sede della Fondazione di Venezia in Rio Novo, nella Casa dei Tre Oci sull’isola della Giudecca e in M9 – Museo del ’900 a Mestre. In ciascuno di questi luoghi le architetture di Venezia prenderanno forma attraverso fotografie selezionate dal patrimonio collezionistico e d’archivio della stessa Fondazione, dell’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia e del Circolo Fotografico la Gondola.
M9
3 settembre 2021 – 9 gennaio 2022
La prima ad essere inaugurata, il 3 settembre, sarà la mostra “Le sfide di Venezia. L’architettura e la città nel Novecento” nella sede del Museo del ’900 a Mestre ed è una mostra satellite della contemporanea esposizione “Venetia 421-2021. Nascite e rinascite”, ospitata a Palazzo Ducale. Realizzata in partnership con la Fondazione Musei Civici, la mostra è curata da Guido Vittorio Zucconi (architetto, storico dell’architettura e accademico italiano, oltre che uno dei fondatori dell’Associazione italiana di storia urbana) e dall’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia. La mostra raccoglie immagini e materiale documentario dell’Archivio Progetti e sviluppa i cambiamenti architettonici avvenuti a Venezia, nella sua laguna e nel suo territorio metropolitano nel corso del XX e XXI secolo, in equilibrio fra vocazione alla cultura e al turismo e crescente attività in campo industriale e portuale.
La Venezia novecentesca, dilatatasi ben oltre i suoi limiti tradizionali, che ora includono parti sia della terraferma, sia dell’istmo tra mare e laguna, vive in equilibrio tra la sua vocazione alla cultura e al turismo, e la sua crescente attività in campo industriale e portuale. Protagonista della mostra è l’architettura a cui, nel corso del Novecento, è stato chiesto di dare risposte efficaci e collocate, nel contempo, lungo il sottile crinale tra un’immagine di modernità e il rispetto della tradizione. Da un carattere innovativo - espresso sia in opere come ponti, garage, stazioni, sia in attrezzature per il turismo balneare - si giunge fino ad una ricerca di mediazioni e di confronti tra i due poli come nel caso dell’edilizia residenziale; in questo campo Venezia ha svolto un ruolo di protagonista, in campo nazionale, dando un contributo tutto originale.
Aperta fino al 9 gennaio 2022, la mostra sarà visitabile dal mercoledì al venerdì dalle 14 alle 20, il sabato e la domenica dalle 10 alle 20.
CASA DEI TRE OCI
16 settembre 2021 – 1 novembre 2021
Nella Casa dei Tre Oci, dal 16 settembre sarà invece visitabile la mostra “La Venezia umana – La Venezia disumana”, in cui il Circolo Fotografico La Gondola racconta – attraverso due sezioni solo apparentemente distinte – la città abitata e viva, per lo più narrata attraverso gli scatti di Sergio Del Pero, insieme a quella sempre più disumanizzata, anche se ancora non del tutto vinta, della Venezia colta nel tempo dallo sguardo di tanti altri fotografi.
Nella “Venezia umana” i forti contrasti delle immagini di Sergio Del Pero raccontano una città abitata, che la presenza umana descrive come una realtà viva e operosa. Nei volti dei suoi abitanti cogliamo ogni piega di questo intreccio di acqua e terra, sogni e fatiche, bellezza e fragilità. Le fotografie di Del Pero descrivono la città popolare e autentica, dal 1958 al 1978, come spazio di rappresentazione degli opposti dell’esistenza: la morte e le ritualità che sono proprie del contesto lagunare e la vita pulsante che si esplica nel lavoro, nei momenti di gioco in campo, nelle lenzuola stese nelle calli, nella lotta sociale. “La Venezia disumana” (attraverso le fotografie di Enrico Gigi Bacci, Lubomira Bajcarova, Antonio Baldi, Marino Bastianello,Luciano Bettini, Aldo Brandolisio, Ilaria Brandolisio, Nicola Bustreo, Paola Casanova, Carlo Chiapponi, Mariateresa Crisigiovanni, Ezio De Vecchi, Francesco Del Negro, Enrico Facchetti, Paolo Mingaroni, Marzio Minorello, Matteo Miotto, Sandro Righetto, Andrea Sambo, Massimo Stefanutti, Teresa Turacchio, Fabrizio Uliana, Izabella Vegh, Anna Zemella) affronta le scelte che hanno determinato e cambiato Venezia in questi ultimi decenni e al contempo mostra che c’è una città più autentica che si muove, costruisce e reinventa, nella quale possiamo ravvisare quella stessa realtà umana raccontata dalle immagini di Del Pero.
La mostra, promossa dalla Fondazione di Venezia e realizzata in collaborazione con Marsilio Arte, sarà aperta al pubblico tutti i giorni, martedì escluso, dalle 11 alle 19 fino al primo novembre 2021.
FONDAZIONE VENEZIA
17 settembre 2021 – 9 gennaio 2022
L’ultima inaugurazione, prevista per il 17 settembre, è quella della mostra intitolata “Venezia, Gianni Berengo Gardin e Maurizio Galimberti. Due sguardi a confronto”, allestita nella sede della Fondazione di Venezia in Rio Novo. Curata da Denis Curti (consulente per i fondi fotografici della Fondazione di Venezia e direttore artistico della Casa dei Tre Oci), l’esposizione crea un originale dialogo per immagini fra due dei maggiori fotografi italiani del XX secolo e fra i loro particolari modi di vivere e guardare la città. Gianni Berengo Gardin è presente attraverso le icone tratte dal repertorio legato alla città nella quale ha mosso i primi passi, prima di diventare un professionista riconosciuto a livello internazionale. Il suo bianco e nero si trasforma subito in linguaggio espressivo. “Il colore distrae” ha dichiarato il decano della fotografia italiane e veneziano di adozione “il bianco e nero dà quello scarto rispetto alla visione naturale che ti costringe a guardare meglio”. Di Maurizio Galimberti sono presentate le fotografie istantanee in polaroid. Da una parte un gigantesco mosaico, dall’altra scatti singoli manipolati. Galimberti sembra alla ricerca dello svelamento di segreti tenuti nascosti per secoli. Gli sguardi ripetuti si rifanno alla scuola della pop – art, mentre la “decostruzione” dell’insieme ci riporta a una visione fortemente futurista. Lo sguardo iconico di Berengo Gardin e quello istantaneo in formato polaroid di Maurizio Galimberti danno vita a un percorso nuovo che ciascun visitatore può intraprendere per scoprire angoli visuali diversi, ma comunque complementari, di interpretare la città più affascinante e fragile del mondo. Aperta al pubblico fino al 9 gennaio 2022, la mostra potrà essere visitata dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19.