Venezia, 14 giugno 2022 - C’è stato un momento nella storia di Venezia in cui i cittadini non giuravano più alla Vergine Maria ma a una cosiddetta “Vergine Cellini”. Questo curioso modo di dire, insorto a Venezia intorno agli anni ’80 del Settecento, deriva dalla sventurata storia di una donna, un’artista, una prima ballerina di teatro che è stata vittima di una terribile vendetta che l’ha fatta allontanare, per diversi anni, dalle scene e acquisire l’appellativo di “Vergine”.
Il suo vero nome è Stella, Stella Cellini e la sua passione per la danza insieme al suo sconfinato talento l’hanno portata a diventare la prima ballerina del Teatro di San Cassiano, situato nell’omonima corte cittadina, di cui oggi resta solo l’entrata tra Calle della Commedia e Ramo Secondo del Teatro.
Stella, nel 1780, tra un’esibizione e l’altra iniziò a essere corteggiata da un nobiluomo, Tommaso Sandi, giudice alla Bestemmia che, invaghitosi del suo aspetto e della sua grazia sul palcoscenico, provò a conquistarla in tutti i modi. La ragazza, però, rifiutò l’uomo e cercò di mettere fine alle sue continue sollecitazioni. Infuriato per non essere stato scelto da Stella, Tommaso decise di rovinarla e mise in pratica una vendetta studiata nel minimo dettaglio. Il giudice, infatti, accusò la ragazza di essere una poco di buono e aver avuto rapporti amorosi con i turchi, facendola allontanare, così, dal teatro e dalla danza.
La ballerina si ritrovò, all’improvviso, dal danzare su palcoscenici come quello del Teatro di San Cassiano o del Teatro La Fenice a dover rinunciare alla sua più grande passione, la danza, il tutto solo per aver rifiutato il corteggiamento di un uomo e non aver avuto paura di scegliere per se stessa.
Così, conscia dei suoi diritti, Stella decise di fare ricorso al tribunale supremo dei Dieci, allegando un documento, rilasciato dal parroco di San Benedetto, dove lei abitava, che certificava i suoi buoni costumi e soprattutto la sua verginità, attestata perfino da due medici.
Davanti a prova certa, la sentenza dovette essere revocata dal giudice e Stella poté tornare a fare la cosa che amava di più, ballare per la gioia dei cittadini che da sempre sono stati dalla sua parte. Da quel momento si racconta che a Venezia, i gondolieri, iniziarono a giurare scherzosamente non più alla Vergine Maria ma proprio alla Vergine Cellini dando vita a un modo di dire legato alla vita di questa donna che aveva saputo far valere i suoi diritti anche in un’epoca in cui non era facile battersi per le proprie opinioni, soprattutto da donne e da artiste.
Ancora oggi, se si va alla ricerca del nome di Stella Cellini in città, la si può trovare in diversi libretti di sala del Teatro di San Cassiano e nello specifico in quello dello spettacolo L’amor per rigiro, intermezzo in musica a cinque voci che andò in scena nel Carnevale veneziano del 1781.