Olga Brunner Levi, mecenate e grande appassionata di musica 

24 Marzo 2022

Venezia, 24 marzo 2022 - Olga Brunner Levi è una donna che con la sua forte personalità, il suo amore per la letteratura e la sua passione per la musica contribuì a rendere grande la storia di Venezia, città che vive e respira cultura da 1600 anni.

Donna intelligente e affascinante, Olga diede vita ad una vasta raccolta di manoscritti, spartiti e partiture e fece di casa sua, Palazzo Giustinian Lolin un punto d’incontro dall’atmosfera multiculturale per musicisti e intellettuali. 

Una donna che oltre a ricevere visite di cortesia dalle dame veneziane, era socialmente impegnata nel compito di patronessa di una società corale che si riuniva al Benedetto Marcello e del patronato delle giovani operaie. 

Olga Brunner nasce a Trieste nel 1885 e, durante un suo viaggio nella città lagunare, conosce Ugo Levi con cui si sposa nel 1912. A lei è titolata una fondazione, la Fondazione Ugo e Olga Levi che ha sede a Palazzo Giustinian Lolin, luogo dove ha sempre vissuto insieme al marito. Faceva parte dell’élite culturale delle famiglie dell’alta società veneziana, che si incontrava in occasione di feste, ricevimenti, serate teatrali, concerti nelle sale del liceo musicale Benedetto Marcello, al teatro Rossini, o alla Fenice, dove disponeva di un palco fisso insieme al marito.

Era una figura di riferimento per musicisti, letterati e intellettuali che si recavano da tutto il mondo a Venezia e che si incontravano proprio a casa sua. Qui venivano organizzati concerti che avevano lo scopo di dare spazio a tutti quei giovani artisti che, secondo il suo gusto ricercato, avrebbero avuto un futuro in ambito musicale. In queste occasioni, Ugo suonava il piano e Olga cantava. Lei, infatti, oltre ad essere una mecenate, aveva il dono di una voce armoniosa e delicata. Il che la rese un’apprezzata esecutrice di brani. 

Ad una di queste serate approdò anche Gabriele D’Annunzio il quale instaurò con Olga un rapporto di grande complicità testimoniato dalle lettere che i due usavano scambiarsi. Un carteggio ambientato tra l’incanto della Laguna veneziana e l’attesa bellica che racchiude l’umorismo, l’ambizione e la sensualità di “Venturina”, soprannome con cui D’Annunzio usava chiamarla riferendosi ad una preziosa pasta vitrea prodotta nell’isola di Murano, ma anche la sua grande intelligenza. Olga padroneggiava infatti diverse lingue, oltre all’italiano parlava il tedesco, il francese e l'inglese per rivolgersi alle dame straniere con cui usava trascorrere molto tempo durante le sue passeggiate. Imparò anche a giocare a tennis e ad andare a cavallo.

Non avendo avuto figli, Olga e Ugo, com'era in uso presso le famiglie nobili veneziane, decisero di destinare il loro patrimonio ad un centro di cultura musicale. La Fondazione Ugo e Olga Levi, istituita nel 1962, dopo la morte di Olga. Un omaggio alla loro comune passione per gli studi musicali. 

 

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